La Presidente del Consiglio si reca a pranzo al Palazzo su invito del Presidente della Repubblica: distensione prandiale o fastidio digestivo? Oppure entrambi? Da altro luogo e su altri tavoli, la leader del maggior partito d’opposizione dichiara che spetta al suo Partito costruire l’alternativa. Già, allora cosa aspetta a farci conoscere progetti e percorsi per esprimere una alternativa fattibile e raggiungibile entro un triennio? Mi pare che in concreto leader del Governo e leader della opposizione non hanno proprio idee chiare sul “cosa fare”, in quale direzione e con quali strumenti procedere per migliorare la situazione (lavoro, economia, formazione per i giovani..) del nostro Paese. Ora ci si mette anche la rappresentanza sindacale a gridare la certezza di rivolgimento del Paese a mo’ di guanto per completare il quadro di esclamazioni, che recita certezze sul cambiamento in arrivo. E l’apparizione della lotta sindacale lascia fiamme già spente, verso l’ignoto. Ora dovremo sentirci molto meglio aspettando la magia che risolve tutti i problemi? Direi proprio il contrario. Dovremmo sentirci meglio, se i sindacati cercassero contrattazioni decise “porta-a-porta” contro le ingiustizie subite da donne e uomini per racimolare il poco indispensabile per vivere, contro categorie imprenditoriali che sfruttano la fame di individui per prendersi e non produrre ricchezza. Impostare contrattazioni aperte, decise e realizzabili per sconfiggere pratiche imprenditoriali inaccettabili porterebbe a un cambio di rotta verso il miglioramento di tutto il sistema sociale ed economico.
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