Si legge su “Il Sole 24 ore” del 14/01/2024 che nel prossimo anno scolastico saranno iscritti alla scuola 115.000 studenti in meno rispetto all’anno scolastico in corso la dispersione scolastica e che il Ministro di “Istruzione e Merito” cercherà il consenso per mantenere lo stesso organico e lo stesso numero di classi dell’anno scolastico in corso. La proposta del Ministro è lodevole e importante ma, sperando che ottenga le risorse necessarie, sarà bene studiare prima di tutto il problema. Si dovrà mettere impegno in merito alle cause della dispersione e della bassa qualità complessiva delle competenze in uscita del nostro sistema scolastico rispetto a quella degli altri Paesi europei e soprattutto si dovranno trovare ipotesi risolutive concrete per migliorare tutto il sistema della formazione, imporre forti barriere alla dispersione di studenti e una politica formativa per accrescere il valore “giovane”. Finora la visione delle politiche sul sistema formative si sono limitate a rammendare pezzi poco alla volta da una parte e dall’altra senza alcuna idea di tracciato e di percorso a lunga durata. E’ questa visione, questa impostazione di una piccola e dispersa politica formativa che va non soltanto frenata, ma deve essere decisamente abbandonata. Per cominciare è necessario fare ricerca, studiare a fondo i dati della dispersione giovanile, modificare nel profondo la figura professionale dei docenti e decidere strategie, riforme e strutture per un piano di investimenti adeguati e a lungo termine.
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