Una macchina di riflessività sociale: già! Ma è mai esistita?

Definizioni: 1) la disposizione all’attenta considerazione ; 2) La riflessività è un approccio metodologico nelle scienze sociali per applicare gli strumenti di analisi al proprio lavoro o al proprio pensiero e quindi per integrare la propria persona nella sua materia di studio. 3) La riflessività in sociologia è un fenomeno che ha luogo in un sistema sociale quando l’auto-analisi di un attore o l’analisi di un sistema sociale da parte di un teorico ed i relativi sviluppi o modifiche della teoria e delle credenze, influiscono sul sistema in esame trasformandolo. L’effetto è analogo al principio di indeterminazione di Heisenberg relativo alle scienze fisiche. La riflessività è un serio problema metodologico nelle scienze sociali e pone rilevanti questioni circa la possibilità della natura stessa delle scienze sociali. Il tema è stato trattato da numerosi teorici, tra cui Max Weber. 4) a) riflessioni dell’attore sociale su sé stesso e il contesto, in interazione con codici e attività; b) processo ricorsivo di incorporazione dei risultati dell’azione e della conoscenza; e c) pratica relazionale di produzione di sensi e azioni nell’interazione. In questo modo, inoltra i suoi argomenti alla discussione sulle condizioni socio-politiche per la produzione di una ‘riflessività costruzionista’, imprigionata ai contesti e ai dialoghi tra soggetti, attenta alla participazione della ricerca nella costruzione della realtà sociale

Più in generale, un approccio riflessivo nella scienza consiste nella presa di coscienza e nell’analisi approfondita del proprio approccio scientifico. Il ricercatore deve rendersi conto che lui stesso si inserisce nelle tradizioni culturali, nelle strutture sociali, ecc. Si tratta di uscire da “meccanismi esplicativi” che danno l’illusione di comprendere in modo trasparente il proprio oggetto di analisi. Per una buona “riflessività”, il ricercatore deve comprendere il suo habitus e i suoi schemi sociali per oggettivare la sua relazione con l’oggetto (perché gli interessa, ecc.). Questa riflessione deve essere effettuata due volte: durante lo sviluppo del campo e durante nella nostra società necessariamente sempre anche fattore di valorizzazione e da valorizzare economicamente) non collimano con le richieste sempre più esigente di una seconda e terza modernità. Per una parte la società si organizza a fare a meno di individui capaci, dall’altra l’individuo rinuncia a diventare autonomo. Si sviluppano alternative funzionali alle capacità umane e infine alla riflessività. Questo tema è stato percorso in lungo e in largo da Luhmann, ed anche Parsons vi si era avvicinato….. La riflessività ha un fondamento insicuro nell’individuo o persona, e che si stanno sviluppando forme alternative di riflessività a prescindere. Vediamo un po’ queste protesi della riflessività sociale. Vengono in mente termini come: sistema, istituzione, organizzazione, rete. Si tratta di costrutti sociali che corrispondono a tipi diversi di razionalità: autoconservazione, normatività e ordine, efficienza e comunicazione interattiva, rispettivamente. La riflessività sociale passa indubbiamente attraverso canali di questo tipo che prescindono, a un certo punto, dal riferimento a soggettività empiricamente date. Queste sono piuttosto risorse nella macchina. nella nostra società necessariamente sempre anche fattore di valorizzazione e da valorizzare economicamente) non collimano con le richieste sempre più esigente di una seconda e terza modernità. Per una parte la società si organizza a fare a meno di individui capaci, dall’altra l’individuo rinuncia a diventare autonomo. Come è noto, soprattutto Luhmann ha molto insistito su questo aspetto. E su quello correlato: dove viene meno la capacità riflessiva del soggetto può subentrare un sostituto funzionale a carattere artificiale, intelligenza del sistema uomo-macchina. La complessità crea ordine dal caos anche senza interventi deliberati e riflessivi. Nella rete si ha attualmente il potenziamento di questa possibilità, dato che rilevanti non sono i singoli nodi, ma la ragnatela complessiva che viene intessuta (Barabási 2004)

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