Uguaglianza di opportunità e merito

Nel “Corriere della Sera” del 4 febbraio 2023 è pubblicato un contributo di Massimo Gramellini nel suo blog “il Caffè” molto interessante e pienamente condivisibile, a mio parere, in tema di uguaglianza di opportunità di accesso al mondo del lavoro e di valore del merito. L’articolo parte da un dato di realtà, ossia dalla scelta “dell’aviazione militare inglese di assumere il 40 per cento di donne e neri”. La conseguenza di questa scelta è stata l’esclusione di piloti competenti in base al criterio “di essere maschi e bianchi”. A questo punto dei fatti, è sorta una domanda-chiave di tutto il discorso: “…È giusto discriminare una persona per il sesso e il colore della sua pelle, perpetuando uno schema consolidato, sia pure a sessi e colori invertiti?“. Il giornalista risponde in modo chiaro e netto: “No, non è giusto. Ma potrebbe rivelarsi saggio, se davvero nei prossimi cinquant’anni vogliamo raggiungere l’obiettivo strategico di una società evoluta:..omissis…. Ma forse è l’unico modo per arrivare, nel volgere di un paio di generazioni, a una società dove tutti abbiano le stesse opportunità e la parola «merito» acquisti finalmente un senso compiuto“. Pertanto, la forma di una società evoluta è determinata dalla uguaglianza di accesso alla cittadinanza e al lavoro. In una società evoluta e non discriminante, il merito assume il proprio riconoscimento, la propria etica, il proprio valore. Condivisa pienamente la conclusione dello sviluppo argomentativo dell’articolo, esprimo soltanto qualche osservazione sul nesso automatico tra il raggiungimento di una società evoluta, fondata sulla uguaglianza e il “senso compiuto” del merito, il valore del merito, quale aspetto non-discriminante già dato, garantito per definizione. E’ decisamente significativo tenere conto della qualità dinamica dei nodi fondamentali della attività di lavoro: impegno, volontà di miglioramento di sé e di cambiamento di fronte a nuove esigenze, “tenuta di strada” degli obiettivi”, sensibilità al dialogo, approccio positivo, inclusivo nelle relazioni sociali di lavoro e verso i destinatari dei prodotti del lavoro. E’ fondamentale includere nel “merito” il percorso, il cammino, il tracciato, il quadro di marcia degli obiettivi professionali a breve e a lungo termine dei lavoratori. Il “merito” non è semplicemente la “misura” della qualità del prodotto, il merito è una forma dinamica, che esprime il valore del percorso e del risultato. Pertanto, anche durante il percorso il “pericolo” di disuguaglianza può restare sempre attivo anche nella “misura” del merito. Il “merito” ha valore, se è determinato anche da un processo di valorizzazione continua di ciascun cittadino e da un processo di valutazione basato su fattori non-discriminanti in tutte le fasi e soprattutto nei risultati. Uguaglianza e merito possono essere determinati da una società non soltanto evoluta e in continuo cambiamento, ma da una società in cui l’uguaglianza si diffonda e si rinnovi nel miglioramento continuo di tutti i processi.

Vanni Savazzi weblog