Ed eccoci al caso del rimprovero agli studenti che si sono presentati a scuola con un abbigliamento inadeguato, all’intervento della dirigente e le proteste degli studenti e tutto il bailamme su social e sulla stampa. Quello dell’abbigliamento degli studenti a scuola non è una situazione nuova, è al contrario arcinota e, pertanto, ci si stupisce leggere ancora di situazioni del genere. E’ giusto e indiscutibile che l’abbigliamento degli studenti e di tutto il personale all’interno degli ambienti scolastici debba seguire determinate regole di decoro perchè la scuola non ha perduto e non deve perdere assolutamente la sua ritualità, ieraticità; la scuola è luogo in cui la cultura e i valori di rispetto, giustizia, uguaglianza, decoro devono essere al centro di ogni attività: di questo è già stato scritto dalla antichità a oggi. Proprio questo carattere deve ispirare prescrizioni chiare nel regolamento di ogni Istituto. Naturalmente, il regolamento deve essere illustrato, discusso, condiviso con gli studenti e con i genitori ma da certi princìpi non devono esserci scostamenti, dubbi e incertezze. E’ naturale che nel corso del tempo cambiano anche in modo deciso modelli, forme e gusti degli abiti, cambiano forme e materiali degli oggetti di decoro appesi al corpo, cambiano anche forme di disegno di parti del corpo. Questi cambiamenti e continui incrementi di nuovi abiti e oggetti sono subìti dai giovani dalle attività commerciali delle case di moda. In ogni caso, le norme della scuola devono sempre porre dei criteri netti e chiari per separare, distinguere il decoro dall’indecenza e questi criteri devono essere scritti, esposti a genitori e studenti a partire dal momento di presentazione della domanda di iscrizione. Detto questo, non si vede come si possa giungere ad eccessi di comportamenti e di dichiarazioni fuori dalle righe sinceramente poco condivisibili e di schiamazzi pubblici sui social. Le regole della scuola devono essere condivise con gli studenti prima di tutto e anche con i genitori. Gli studenti quando sono chiamati a ragionare-su, a discutere-di, a riflettere-su temi e argomenti della vita scolastica, quando sono coinvolti per esprimere pareri in merito a temi educativi hanno dato e danno sempre il meglio di loro stessi. La scuola è tenuta a rendere partecipi gli studenti per affrontare i problemi che si presentano, per motivare le proprie scelte e per condividere gli aspetti organizzativi e le linee di indirizzo del programma formativo. Non serve a nulla intervenire a posteriori con atti o gesti un po’ eccessivi e fuori le righe: si finisce sempre per creare confusione e anche opposizioni. Molto diverso è il discorso di condivisione con i genitori, perchè negli ultimi decenni i comportamenti, i modi di esprimersi e interloquire dei genitori con la scuola sono peggiorati parecchio…ma di questo è difficile trovare vie di uscita. Meglio, molto meglio contare sulla cultura e sulla intelligenza della scuola e degli studenti: si risolvono prima le cose senza finire sui social e sui giornali per fare tanto rumore per poco e peggiorare le cose.
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