I giornali pubblicano in questi giorni i primi dati delle iscrizioni alle scuole superiori, che rafforzano o confermano sostanzialmente l’andamento generale degli anni precedenti: forte incremento di iscritti ai Licei scientifici, buona tenuta e lieve incremento agli Istituti Tecnici e forte riduzione di iscritti agli Istituti Professionali. Sulla base di questi semplici dati sempre posizionati alla stessa data di ogni anno e scollegati da qualsiasi altri dati in itinere, i giornali nazionali e locali si cimentano in riflessioni molto generiche per motivare questo andamento ricorrente e dare fiato alle ipotesi personali dell’autore. Intendiamoci, tali riflessioni sono tutte di buon senso, ma non hanno alcun dato certo, alcuna misurazione sugli andamenti reali, che gli studenti portano avanti e al termine del loro percorso, sulla quale dare fondamento alle ipotesi esposte in questi ricorrenti articoli. Detto questo, le riflessioni ricorrenti sono più o meno fondate su luoghi comuni, che ribadiscono il “già detto”: i licei permettono di portare avanti nel tempo la scelta del lavoro, gli istituti ad indirizzo tecnico sono preferiti dai ragazzi e gli istituti ad indirizzo umanistico sono preferiti dalle ragazze, i professionali sono ormai superati. Un pizzico di fondatezza c’è, per carità, tuttavia tali scelte sono anche, come dire, “forzate” da un impianto del sistema di istruzione superiore superato, da programmi disciplinari che andrebbero rivisti e aggiornati profondamente, da investimenti tecnologici e laboratoriali quasi del tutto assenti, da trascuratezza e abbandono nel rinnovamento degli istituti professionali, da una grave e penalizzante gestione dei servizi, quali trasporti e ristorazione, che penalizzano studenti di piccoli centri, dal perdurante peggioramento dei servizi nelle regioni meridionali, nella assenza totale di investimenti per fornire pari condizioni di accesso degli studenti alle scuole. Da questi aspetti sostanziali si determinano e pesano soprattutto le scelte di studentesse e studenti, non tanto o non soltanto su motivi campati per aria, come troppo spesso si legge. Non si legge quasi mai, invece, una domanda su cui si dovrebbe riflettere seriamente: le scelte degli studenti alla scuola superiore sono sempre scelte realmente volute, realmente rispondenti alle proprie volontà?