Il titolo di questo articolo è la premessa del postulato a cui farò riferimento per esporre la mia critica ai contenuti della recente Nota ministeriale sulla didattica a distanza e connessi sviluppi su valutazione e svolgimento degli esami finali del 1° e del 2° ciclo al termine delle lezioni del corrente anno scolastico. Data la premessa, come ho detto, il postulato si sviluppa su una base molto semplice: 1) i principi e i valori della formazione e relative implicazioni organizzative si ispirano, si rivolgono e si dispongono verso la promozione dei valori della persona, della cultura della comunità umana e dei valori di convivenza civile in tutti gli individui-persone della comunità, mediante l’istruzione di tutti gli individui-studenti sui contenuti specifici di carattere etico, filosofico, culturale e scientifico-tecnico, attraverso una adeguata organizzazione strutturata su tempi e luoghi adeguati a raggiungere le finalità date; 2) la formazione e l’istruzione sono rivolte a tutte le persone per il raggiungimento delle conoscenze fondamentali uguali per tutti; tutti gli individui della comunità devo avere identiche opportunità per raggiungere gli obiettivi (uguaglianza del percorso formativo e cognitivo e uguaglianza di accesso). Orbene, richiamati questi principi che, ovviamente, può avere determinato nel lettore una certa noia e una chiara propensione di cambiare pagina, sito e tutto il resto, ma erano necessari per il prosieguo che intendo portare. Nella situazione drammatica che attualmente proprio in queste ore il nostro paese sta vivendo per compiere determinate scelte molto pratiche, molto concrete è necessario rivolgere prima di tutto lo sguardo verso i valori richiamati sopra e non sul funzionamento delle pratiche organizzative e delle pratiche formali. e’ necessario partire dalla realtà viva di questo periodo per salvaguardare quei valori. E’ su questo postulato, che intendo attenermi per sottoporre a critica la Nota ministeriale accennata all’inizio. Ebbene, attenendomi a questo modello (prima i valori e poi le pratiche formali), intendo esprimere quanto segue. Prima di tutto, rifacendomi al principio della uguaglianza di opportunità e uguaglianza di obiettivi, sarei a chiedere virtualmente alla Ministra questo: per scrivere la Nota sulla didattica a distanza, si è partiti dalla conoscenza dei dati oggettivi sugli studenti nella realtà attuale concreta del nostro paese? La Ministra conosce i dati reali degli studenti che vivono in famiglie colpite dalla epidemia e che hanno sofferto il lutto per la perdita di genitori o di propri cari in famiglia? Quanti sono questi studenti? Sulla base del principio della uguaglianza di accesso alla didattica a distanza e della valutazione, la Ministra, considerati i numeri di decessi e di persone colpite dal virus nelle varie zone del paese, ritiene che si debba pretendere lo stesso comportamento e si debba somministrare identica a procedura a studenti di Codogno, Milano, Bergamo etc. rispetto quello di studenti che, per fortuna, vivono in città o località che non hanno conosciuto alcuna contaminazione? Prima di prendere decisioni uguali per tutti, si conoscono i dati della realtà concreta, individuale e sociale? Io non ho letto alcun dato in merito alla situazione degli studenti italiani. Forse io sono molto distratto, ma non conosciuto nulla in merito. Dopo questo forte dubbio sul contesto di partenza, vediamo i singoli punti della famosa Nota della Ministra. 1) Dati gli investimenti su strumenti e sulle figure di animatore digitale, come si portano concretamente nelle realtà vere delle città. Gli animatori collegiali vanno nelle scuole deserte? Vanno anche nelle case degli studenti di Codogno?. 2) I docenti devono valutare i lavori didattica a distanza. Ebbene, tutti gli studenti reali (non di fantasia) hanno potuto lavorare nello stesso modo? Gli studenti sono stai in grado di lavorare a distanza? Anche quelli di Bergamo? Tutti gli studenti di Bergamo, Milano hanno potuto lavorare con la tranquillità e serenità di molti altri in altre parti dell’Italia? A giudicare dalla Nota, parrebbe di sì, parrebbe proprio che tutta la realtà italiana non abbia subito dolori e tragedie familiari, parrebbe la morte un evento accidentale e molto raro. 3) Le assenze alle lezioni a distanza sono conteggiate. Non vorrei riprendere le cose dette sopra, ma mi verrebbe da dire che l’estensore di tali affermazioni in una norma non sia abitante in Italia, ma si direbbe abitate di altro pianeta. 4) Gli esami dovrebbero svolgersi in forma ridotta..ma normalmente..con qualche riduzione di struttura e di numero di prove. Non ripeto quanto già scritto e mi permetto di non proseguire con i contenuti fantasiosi in una realtà concreta di drammaticità e non di finzione. Gli estensori di questa Nota ministeriali nella procedura avevano l’attenzione rivolta e concentrata sui valori fondamentali della formazione e della regolamentazione in una realtà così drammaticamente colpita? Evito la risposta e la lascio ad un eventuale lettore il resto. Gli estensori di questa Nota, data la realtà della scrittura, hanno scritto avendo come prioritario non il valore della educazione, bensì il funzionamento di un meccanismo burocratico. In conclusione ribadisco la opportunità, la valenza e la necessità di fare il massimo di azioni possibili rivolte ad avvicinare, a tenere vicini gli studenti attraverso dispositivi e applicazioni digitali, per svolgere attività condivise ed esercitazioni, per ascoltare letture, per analizzare, dibattere testi, per studiare e dibattere nel quadro della didattica on line. In questo senso, la didattica a distanza ha lo scopo di affrontare, nei limiti e nei contesti che lo permettono, azioni di avvicinamento tra docenti e studenti e in seconda istanza di affrontare parti dei programmi di studio. Queste azioni a distanza hanno lo scopo preminente di affiancare i ragazzi nelle attività didattiche e in alcuni casi hanno il grande valore di ascoltare le loro esigenze e di aiutarli in caso di difficoltà o. peggio, di affrontare eventi drammatici. Tuttavia, tutto questo importante, imprescindibile. impegno per la formazione e l’insegnamento on line non può essere “forzato” normativamente per registrare presenze, fare compiti da valutare per dare voti. Si deve partire dai valori prioritari per gestire la conclusione dell’anno scolastico, che vede gli studenti coinvolti in realtà del tutto diverse.