I provvedimenti riguardanti la chiusura della scuola e la sospensione delle lezioni si stanno gradualmente diffondendo in tutta Europa. Con gli studenti a casa si è imposto un problema comune a livello europeo, la cui origine e causa ha determinato e sta determinando risposte molto diverse, impostazioni molto frammentate e flessibili. L’Italia è stata la prima a dover affrontare questa situazione con tempi diversi e con l’approccio trasversale dalle scuole primarie alle superiori all’Università (con altri punti di critici molto diversi da quelli degli studenti delle scuole). L’approccio iniziale e principale è stato ed è rivolto primariamente a ridurre il distacco tra alunni/studenti e insegnanti con azioni di ascolto per dare fiducia e far sentire la vicinanza dei docenti ai problemi degli studenti; in secondo ordine, l’approccio didattico a distanza è stato impostato e finalizzato per adottare alcuni strumenti e procedure di argomenti, di studio e letture di contenuti disciplinari. Questi approcci stanno assumendo una involontaria e imprevista sperimentazione europea per far fronte a una necessità oggettiva, che sarà utile studiare successivamente per studiarne aspetti, modalità e sistemi. Allo stato attuale, tuttavia, la sensibilità al problema che sta emergendo e si è venuto a determinare sembra sia manifestato principalmente proprio dagli studenti, più che alle istituzioni, che governano il sistema scolastico italiano, ancora molto silenziose. E’ notizia di queste ore, riportata dalla stampa nazionale, che il 40% degli studenti (probabilmente delle scuole secondarie) espone preoccupazione per la propria preparazione e per la conclusione dell’anno scolastico: come finirà, con quali risultati? Gli esami quando e come saranno svolti? Effettivamente è quasi impossibile fare una previsione certa della conclusione dello stato di emergenza, tuttavia il MIUR in sintonia con i Direttori degli Uffici scolastici Regionali potrebbero farsi sentire più frequentemente. A di là di questo, è possibile fare ipotesi con un minimo di buon senso sulla “soluzione conclusiva” di questo tribolato anno scolastico. La ripresa normale delle attività didattiche in tutta Italia potrebbe essere ipotizzata in modo ottimistico nella settimana post-pasquale. Se si realizzasse tale ipotesi, il numero di settimane di lezione fino al termine ancora in vigore dell’a.s. sarebbe di otto, a fronte di numero sette settimane di sospensione delle lezioni. In questo modo il numero di settimane per molti studenti nel secondo quadrimestre si ridurrebbe quasi del 50%. In questo modo quali potrebbero essere le ipotesi sul tavolo del MIUR per i relativi i provvedimenti? Ritengo possibile e necessario adottare un prolungamento di almeno due settimane di lezione, fino al 19 giugno per tutte le scuole, al fine di ridurre a 5 il numero di settimane di lezione perse e soprattutto per recuperare qualcosa (conoscenze, competenze, esercitazioni..) di quanto perso. In base a questa ipotesi, gli esami di terza media potrebbero essere fatti slittare fino alla prima settimana di luglio con disagi sopportabilissimi (forse) sia per studenti, sia per famiglie. Il problema è ben diverso per gli esami di maturità, che dovrebbero essere necessariamente spostati alla prima settimana di settembre. In questo modo le lacune della preparazione degli studenti, con la garanzia di avere il supporto dei docenti durante la fase estiva (salvo le barriere e i muri sindacali), potrebbero essere sufficientemente colmate. Resterebbe una serie di impatti per l’accesso all’università e per l’inizio del prossimo anno scolastico (dati impegni dei docenti), facilmente assorbitili quasi del tutto, pur con qualche ritardo di lieve entità. Altro discorso riguarda la valutazione finale. Questo è un tasto dolente, ma a mio avviso diventa praticamente obbligata la strada della valutazione positiva globale (se poi la si vuole chiamare soluzione del 6 politico, si deve riconoscere che tale definizione è una semplice stupidaggine, che si vuole a tutti i costi tirare fuori, non avendo altro da dire) con segnalazione dei debiti da sanare nel successivo anno scolastico. I conti poi torneranno gradualmente ad essere aggiustati. Anche per gli studenti in maturità alcune carenze resteranno, ma potranno poi essere responsabilmente colmate in Università o in corsi opportunamente offerti dal MIIUR anche per chi vorrà proporsi direttamente nel mondo del lavoro. Tutto il discorso cade, nel caso in cui la sospensione delle lezioni si prolungasse oltre il periodo pasquale fino a toccare le ultime settimane di aprile. In questo caso, il prolungamento dell’anno scolastico dovrebbe slittare nella fase estiva, ma qui si aprirebbee una pesante serie di altri problemi, da studiare con accuratezza, purché l’attenzione resti ferma e rivolta esclusivamente alla preparazione degli studenti.
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