Indirizzo..senza strada

La Ministra dell’Istruzione ha pubblicato l’Atto di Indirizzo 2020. Premesso che la Direttiva sulla azione amministrativa e la gestione sarà emanata a breve, le priorità politiche sono elencate in 13 punti: lo studente al centro della azione ministeriale, inclusione scolastica, contrasto alla dispersione scolastica, alleanza educativa scuola-famiglia, valorizzazione e sviluppo professionale del personale scolastico, la Scuola sul territorio, 7) identità culturale, cittadinanza, sport, educazione civica, 8) innovazione digitale per la didattica e la semplificazione amministrativa e deburocratizzazione, 9) attuazione delle politiche comunitarie, 10) sostenibilità ecologica, sociale ed economica, 11) restituzione efficace dei dati ed efficienza (=puntualità) dei pagamenti, 12) prevenzione della corruzione, trasparenza e vigilanza, 13) sistema nazionale della valutazione. I titoli dei punti in elenco di per sé non possono presentare grandi criticità, il complesso dei contenuti di ciascun punto può suggerire qualche osservazione. Prima di tutto, la riflessione principale riguarda la continuità della azione politica sulla formazione e istruzione: considerata la oggettiva durata media di insediamento dei Ministri dell’Istruzione che negli ultimi anni anni è stata di 1 anno e sei mesi, sarebbe stato utile un richiamo per la azione ministeriale alla continuità di impegno dell’azione ministeriale su argomenti di particolare rilevanza e priorità (ad es., la scuola inclusiva, l’educazione ai valori della democrazia e del rispetto civile, la formazione su princìpi e contenuti della sostenibilità ambientale). Il richiamo alla continuità di determinate priorità imprescindibili della azione amministrativa non rappresenta di per sé una garanzia di azioni coerenti, ovviamente, ma avrebbe un esplicito richiamo al senso di responsabilità prima di adottare scelte differenti. Tornando all’esame dei punti di indirizzo, si rileva a nostro parere diversi aspetti deboli, per non dire fragili o carenti. Prima di tutto un atto di indirizzo e i relativi unti dell’azione amministrativa dovrebbero rappresentare un disegno coerente di linee progettuali che percorrono tutti i contenuti, invece questo Atto non contiene alcun disegno, alcun quadro di nodi della stessa rete, bensì una sorta di lista della “spesa”, di lista generica di impegni. In secondo luogo, non certo per importanza, alcuni punti sono propri espressi in modo fortemente sommario e generico: il sistema di valutazione è sbrigativamente liquidato con poche osservazioni, quasi come si prende un compito poco gradito, ma che si deve fare; la deburocratizzazione è parola forte e di grande effetto, ma più di tanto non c’è, non c’è traccia non tanto di indirizzo, quanto di tracciato almeno visibile da percorrere per arrivare all’obiettivo. Ecco l’obiettivo questo sconosciuto e misterioso oggetto non soltanto sfumato per per punti, ma proprio assente.

Vanni Savazzi weblog