Professionisti attualmente senza carriera

La professionalità e la carriera dei docenti è argomento che si espone alla gogna di tutti gli organi e relative alte figure di sistema che sorreggono i pilastri dell’architettura e della comunità scolastica. Non appena si accenna – anche vagamente – alla carriera di chi lavora, di chi svolge la propria vita professionale nella scuola si scatenano gli uragani e i cicloni più forti e dilaganti, che partono dalle alte figure della Amministrazione scolastica e si distribuiscono su ogni foglietto di carta e su tutti gli schermi della platea di spettatori indifesi. Ebbene, il senso di questo collare, che tiene legata la professionalità dei lavoratori della scuola e che accomuna i Re e i Rappresentanti sindacali, si regge esclusivamente sulla declamata a parole, ma mai applicata e tantomeno mai messa alla prova di qualsiasi tipo e genere di esperienza. L’impossibilità e l’irrealizzabilità di mettere in relazione competenze e scalabilità professionale sono espressioni fondate soltanto su credenze assolute. Qualora si superassero credenze e convinzioni di passato remoto, si potrebbero rivedere i titoli del percorso iniziale della formazione in Università, costruire percorsi accertati con altri accertamenti e titoli di studio  durante il tracciato professionale, da formazione continua e specifica su contenuti coerenti e non frammentati su più fronti, da esperienza e compiti realizzati e sul miglioramento dei risultati ottenuti. I percorsi di formazione e di risultati possono essere inserite in quadri specifici, che sorreggono le istituzioni scolastiche, ad esempio: inclusione, didattica digitale, management delle classi, didattica laboratoriale, esperienze di classi in aziende o istituzioni culturali…. Non basta, ovviamente, perchè si devono costruire, organizzare e tracciare reti di dati per connettere formazione, risultati e miglioramento effettivo della qualità formativa del docente a vantaggio degli studenti.

Vanni Savazzi weblog