Tanto tuonò che piovve..

Impossibile non vincesse Trump: ora lo diciamo in molti, ma era una previsione non proprio difficile, nonostante la vicinanza nei sondaggi a quella dei Democratici. Con le recenti elezioni negli USA, il populismo si è fatto scienza politica, è uscito dalla semplice baldoria di paese, dalla pura spacconata social. Il populismo si è fatto scienza politica perchè ha colto prima di tutto in lungo e in largo il senso vero delle debolezze, delle paure, dei bisogni reali della gente povera e della classe media, come delle grandi società per costruire un discorso di programmi concreti e di facile accesso alla comprensione di tutti. Questi programmi concreti sono sempre stati declamati con le migliori qualità di imbonitore da avanspettacolo, sempre aperto alla diffusione su tutti i social, su dispositivi in mano a tutti 24 ore su 24. L’impianto del discorso è stato declamato in grandi piazze e palchi a forti e decise tinte colorate, con perseveranza e gesti, espressioni del volto dalle pieghe quasi minacciose (della serie: “state attenti ai pericoli che vi stanno cadendo addosso”) e poi rapidamente trasformate in volti distesi, rassicuranti. Direi che lo stile declamatorio aveva toni vicini alle predicazioni da protestanti religiosi. Un peso importante nei discorsi di Trump è stato il deciso e convincente spirito di riuscita a porre fine alle guerre per il benessere interno, al benessere americano, che per il popolo è sempre una grande attrattiva il proprio benessere di fronte alle sofferenze degli altri: gli USA hanno sempre combattuto in tutto il mondo, ora che si arrangino gli altri.
Ebbene, di fronte a questo quadro, la risposta dei Democratici è stata poco convincente e a tratti anche un po’ contraddittoria o vaga. Questo taglio debole del programma politico (io direi: un mezzo-programma, un programma fortemente indeciso e vago, saltellante) dilaga anche nella sinistra democratica europea. Questo taglio debole, di basso profilo della sinistra pone ora all’Europa, dove mancano del tutto leader politici di alta intelligenza, cultura e competenza in tutti i settori di pertinenza a un Governo: l’Italia ad esempio può offrire leader di destra, che ora corrono a baciare mani e piedi a Trump e suoi collaboratori e leader di sinistra che parlano spesso controbattendo, declamando difetti degli altri, ma senza esporre una pur semplice idea di programma politico concreto. Per l’Europa, per tutti i Paesi democratici europei potrebbero nascere grosse e pesanti difficoltà se non si ascoltassero personalità di alto livello intellettuale e politico in grado accompagnare la prima fase transitoria del nuovo mondo oligarchico trumpiano per risollevare lo sviluppo economico e sociale, con una visione innovativa delle cose del mondo, anziché dare fiato a profondi ignoranti ripetenti. E’ tuonato tanto, ma la pioggia ancora non è ancora arrivata: se arriverà abbiamo tutte le competenze noi europei per arginare e accompagnare la pioggia in modo accettabile verso tempi migliori.

Vanni Savazzi weblog