Ritorna periodicamente all’attenzione il rapporto tra digitalizzazione e formazione, scuola. Questa volta il tema all’ordine del giorno si ferma sulla localizzazione di un dispositivo ormai diffusissimo, qual è il cellulare, nell’ambito scolastico. Insomma, la domanda secca e semplice chiede: il cellulare può essere portato in aula dagli studenti? Le risposte sono disparate, da quel che si legge, ma sono prevalentemente orientate su questa risposta: il cellulare non deve essere portato dagli studenti in aula, al massimo può essere riposto in un cassetto o sulla cattedra durante le ore di lezione e dovrà essere restituito al termine delle lezioni. Questa secca e semplice risposta ritengo sia quella più valida, più ragionevole e sostenibile sotto tutti i profili. La ragione principale della negazione a tenere il cellulare in classe da parte dello studente è legata a una serie di fattori, ma principalmente è dovuta a un semplice dato primario: la totale diseducazione, ineducazione, incapacità da parte della famiglia di dare senso, valore, limiti, scopi all’uso delle tecnologie digitali, probabilmente sono gli stessi genitori ad essere dipendenti ignoranti e villani in tema di valenza e uso dei dispositivi digitali. La scuola ha tutte le ragione di far depositare in armadietti personali il cellulare da parte degli studenti prima di entrare in classe. La scuola non ha alcuna ragione, al contrario, nel continuare a disdegnare l’educazione al digitale i ragazzi di fine primaria e della secondaria di primo grado. Ma la ragione della negazione della formazione al digitale da parte dei docenti è legata alla propria ineducazione al digitale, nonostante i tanti corsi do formazione offerti e organizzati dal Piano Nazionale Scuola Digitale. Ecco, allora che le azioni peggiori all’uso del digitale non sono da imputare agli studenti, bensì ad una adultità educante in profondo peggioramento in questo ultimo decennio
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