Frane sui giovani

Non passa settimana che non capiti di leggere sui quotidiani o sul web di quello che ormai si può identificare il problema “giovani e..”, dove al posto dei puntini si alternano formazione, competenze, lavoro, gravi – si potrebbe dire pure “gravissimi” – comportamenti indecenti o violenti in vari luoghi in privato e in pubblico. Ebbene questi cosiddetti “problemi” sono ormai evidenti e risaputi, sono difficili da affrontare e ancor più difficili da sanare almeno in parte. Ormai non sono più problemi, sono fenomeni radicati, estesi e in pieno sviluppo di fronde. Restano in ogni caso fenomeno non generalizzato e affrontabile seppur con scarso successo e, nel caso di successo, potremo forse soltanto parlare di adulti in età avanzata recuperati. Il problema reale per ricominciare daccapo è compiere i primi passi per comprendere come abbiamo potuto giungere a tale punto in questo nostro tempo allo scopo di rimuovere i gravi errori compiuti. I giovani hanno soltanto subito il comportamento irresponsabile di una classe politica intenta soltanto a svolgere, pretendere, lottare-per i loro ruoli di “eletti” da almeno un quarto di secolo. Ai giovani è toccato soltanto sopportare una classe genitoriale intenta prioritariamente a difendere il volere assoluto di qualsiasi genere per i loro rampolli e interpretare il proprio ruolo esibizionista nei mondi colorati dei social e sputare fuoco sulle pretese del sapere e del competere, del lavoro reale con la testa al futuro. Il futuro per tale classe genitoriale è soltanto “hic et nunc” e l’indiscutibile perfezione naturale del proprio discendente, a cui tutto è dovuto senza “se” e tantomeno “ma”, a cui la scuola deve porgere già valutazioni già connaturate. Naturalmente, questi comportamenti genitoriali non sono globali e uniche, tali comportamenti dipendono soltanto da fattori concreti, da incultura e non sono soltanto divisi/distinti per ceto e in luogo preciso e limitato, hanno soltanto distinte qualità morali e cerebrali, ma si sono diffusi molto in questo ultimo decennio. E la classe politica (da destra estrema a sinistra estrema, passando per il centro fermo immobile) per cosa c’entra in questa questione? Domanda troppo facile, per meritare risposta, ma la esponiamo in spazio breve: investimenti generali e infrastrutture scolastiche sempre carenti, sempre in enormi ritardo per non dire mancanti o gravemente arretrate; una scuola da 0 a 19 anni (da infanzia a istituti superiori) con lo stesso schema ordinamentale degli anni cinquanta del secolo scorso, riforme raffazzonate, gridate al mondo come il “miracolo a Trastevere”, ma a cui manca sempre un pezzo, portate avanti a mattonelle alla volta. Infine, ma non ultimo, il personale docente e tutto il resto di personale continuamente in disavanzo, senza una parvenza di carriera, senza o scarsa formazione (spesso volontaria disunita e sparsa anche se è obbligatoria per legge ma nessuno applica tale norma per non trovarsi alle spalle sindacati indispettiti). Potrei avanzare ora sul territorio delle vaghe, minimali e disperse riforme (allo stesso scopo con cui si danno mani di intonaco in un edificio cadente), ma è meglio fermarsi. E di tutto questo lunghissimo e vastissimo malandare dovremmo sgridare, incolpare i giovani? Come direbbe Totò ..”ma mi faccia il piacereee..!”.

Vanni Savazzi weblog