Diritti unidirezionali?

Il tema dei diritti dei bambini ricorre in questi giorni su tutti gli spazi degli organi di stampa e del web. E’ un tema stiracchiato faticosamente per dare peso e valore alle opinioni più disparate e soprattutto tirato in una unica direzione, una direzione rivolta esclusivamente alle esigenze, ai pensieri, alla vita dell’adulto. Un tema di tale rilevanza meriterebbe maggiore attenzione e soprattutto rispetto del senso esplicito di quell’elemento che ricorre in molte frasi di innumerevoli discorsi: “diritti dei bambini”. La preposizione articolata in questo caso ha il significato preciso “che appartiene a..”. I diritti che appartengono ai bambini hanno una tutela piena nella Convenzione ONU. La Convenzione ONU di tutela dei diritti dei bambini esprime precisamente: “il diritto alla vita (art. 6); il diritto alla salute e alla possibilità di beneficiare del servizio sanitario (art. 24); il diritto di esprimere la propria opinione (art. 12) e a essere informati (art. 13). I bambini hanno diritto al nome, con la registrazione all’anagrafe subito dopo la nascita, alla nazionalità (art.7), hanno il diritto di avere un’istruzione (art. 28 e 29), di giocare (art. 31) e di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso (art. 34). La Convenzione sollecita i Governi ad impegnarsi per rendere i diritti enunciati prioritari e per assicurarli nella misura massima consentita dalle risorse disponibili”. Tutti i Governi degli Stati del mondo devono proteggere i diritti dei bambini.

Vanni Savazzi weblog