Anche in questi giorni difficili tocca leggere il solito lamento per la scuola sulle pagine di un giornale quotidiano. Questa volta i punti cardine del lamento poggiano sugli stessi pilastri: a) la scuola dell’autonomia è una scuola azienda; 2) prima della autonomia il preside era un sommo pedagogo, dalla trasformazione della scuola della autonomia il dirigente scolastico è diventato d’improvviso un manager in tutt’altre sedi impelagato, tranne quelle delle aule e dei corridoi dal primo all’ultimo suono della campanella a istruire docenti e a sollecitare gli allievi all’impegno; 3) prima dell’autonomia anche le piccole scuole con 5 alunni per classe delle grandi campagne e delle sperdute valli avevano il loro preside tutore ed educatore, dopo l’autonomia tutte le scuole piccole sono state chiuse e continuamente si ripete regolarmente ai nostri giorni la chiusura delle scuole; 4) prima dell’autonomia gli insegnanti erano pagati poco e dopo l’autonomia gli insegnanti (forse si contesta la nuova denominazione di “docente”, mah!) continuano a essere pagati male. Ebbene, questi presunti pilastri dal n.1 al n.3 sono banalità prive di sostanza, di fondamento e di qualsiasi riscontro: le scuole non sono diventate aziende per nulla (l’autore dice nell’articolo di conoscere molto bene la scuola, sarà pur vero e pertanto non conosce per nulla una azienda.. ah povero Ministro Berlinguer quanto lo hanno bersagliato con ignobili accuse e insulti pseudo-rappresentanti sindacali ed estremisti di bassa lega!!); il preside non si è trasformato per nulla in una figura a pieno tempo di manager, occupato soltanto sulle funzioni amministrativo-finanziarie e le sue indicazioni (nemmeno il preside imponeva ordini pedagogici!) per la formazione e l’educazione degli alunni/studenti restano fondamentali e prioritarie; le scuole non vengono chiuse, esistono moltissime realtà di scuole, cosiddette “piccole” per numero basso di studenti tuttora aperte e funzionanti incluse in un Istituto comprensivo con una sede centrale e sedi distaccate, allo stesso identico modo in cui erano accorpate diverse sedi anche nelle scuole prima delle autonomia (documentarsi in materia, si ridurrebbero le distorte “impressioni” del momento, che dimenticano anche di osservare che scuole con numero di alunni molto basso non è un contesto molto socializzante). E’ reale invece l’osservazione del basso stipendio del personale docente, ma allora urge osservare questo: come mai tutti i Governi che si sono con alta frequenza alternati nel nostro Paese dall’anno 2000 ad oggi, da centro-sinistra a centro-destra non hanno mai approvato leggi per cambiare il contratto di lavoro alzando in modo forte il livello stipendiale dei docenti? Come mai tutti questi quasi-governi del XXI secolo non hanno mai, ripeto MAI, modificato strutturalmente il contratto di lavoro dei docenti con il dovere della formazione continua e pagata con alti stipendi? Come mai tutti questi quasi-governi cadenti prima della fine delle Legislature hanno sempre piegato la testa ossequiosi alle richieste sindacali sulla formazione in servizio dei docenti come diritto e non come dovere?? Come mai, in questo secolo XXI, alla scadenza del Contratto di lavoro del personale della scuole il rinnovo avviene senza alcuna grande, rilevante discordanza tra le parti con l’aumento dei classici €.100,00 circa e scendere rapidamente alla firma?
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