Così spunta il cosiddetto Decreto “Milleproroghe” anche per finanziare un presunto potenziamento per gli ITS (Istituti Tecnici Superiori). Le risorse per il potenziamento dovrebbe portare ad un risultato ambizioso: raggiungere il raddoppio degli iscritti entro il 2026 (così si legge). Non ho trovato traccia dei parametri su cui si fonda l’obiettivo di un incremento così alto per Istituti che finora hanno portato un numero basso di iscritti e incrementi molto bassi (per non dire pari a zero) di iscrizioni nel corso degli anni. Questi Istituti devono essere potenziati certamente ed è ottima cosa, è cosa importante l’inserimento di tale obiettivo per la redistribuzione dei fondi previsti dal Decreto, ma non è pensabile puntare ad un obiettivo così alto soltanto con potenziamento di strutture e tecnologie. Una mini-riforma per gli ITS che punta ad una istituzione autonoma, non più funzionante quale prolungamento di Istituti Tecnici del secondo grado di Istruzione. Una autonomia collegata con le Imprese e le università permetterebbero l’ampliamento e la flessibilità di nuovi indirizzi, che possano mettersi in relazione con innovazioni tecnico-scientifiche e con le innovazione dei settori imprenditoriali, che hanno ampi orizzonti e possibilità di crescita. Un potenziamento finanziario non è sufficiente di per sé per l’incremento di iscrizioni, partendo da un dato di fatto imprescindibile: gli ITS del nostro sistema contano attualmente il numero più basso degli ITS negli altri Paesi Europei. Questo dato di fatto non può essere associato meccanicamente a una carenza di risorse finanziarie. Considerato che si è pensato al potenziamento degli ITS ( e questa è ottima cosa!) sarebbe bene ampliare la visione della correzione generale di funzionamento degli ITS. Sarebbe bene non agire in fretta, ma agire bene con fondate e fattibili soluzioni di cambiamento.
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