Rapporti sul mondo giovane

Come sempre nell’ultimo mese dell’anno si pubblicano varie ricerche sulla situazione generale del Paese. Studio, ricerca ed elaborazione dei dati che sono utilissimi per affrontare i passaggi necessari per il miglioramento di lavoro, di benessere e di tutti quei fattori che disegnano tracce e schizzi di un probabile futuro. Ebbene, concentrando l’attenzione sul mondo giovanile (come dire: formazione e lavoro, società e convivenza, etc..) la situazione finale del 2022 (problemi e miglioramenti, in estrema sintesi), così come elaborata dal Centro Studi resta quasi ferma a quella dell’anno precedente. Questa non è una novità, ma non è cosa positiva. I problemi più importanti del mondo giovanile si conoscono e riguardano la fase 14/20 anni: l’abbandono della scuola e l’esclusione dal lavoro, le competenze non sempre adeguate o aggiornate per un buon inserimento economico-sociale nella fase più difficile.. Criticità che si conoscono, si diceva, ma il vero problema non attaccato è l’assenza del riconoscimento del problema stesso da parte di chi dovrebbe avere il potere e le volontà di cambiare le cose: affrontare questo problema non si prendono voti, ma, a parte questo, le forze politica di qualsiasi orientamento, per l’hodiernus politicus l’intenzione di agire per il futuro del Paese è del tutto fuori dalle proprie spire ansiose dello scranno della visibilità per durare un poco più dei precedenti. Per prima cosa, l’analisi dei dati andrebbe approfondita per capire le distribuzioni nel Paese delle macchie critiche importanti di questi aspetti: carenze di competenze, abbandono di studi e lavoro, stili e scopi di vita dei giovani. Gli interventi per affrontare e indebolire questi fenomeni sono stati molto carenti e marginali e interpretati soltanto come fenomeno attribuibile alla crisi giovanile del tempo. La carenza grave degli organi decisori è stata quella di non avere una impostazione di idee in grado di affrontare le conseguenze diffuse del mondo globale, della sua economia in forte cambiamento. Le crisi diffuse a macchia del mondo giovanile nel mondo contemporaneo andrebbero studiate e interpretate nel sistema globalizzato della vita e del lavoro. Purtroppo, anche in tempi di Occidente prevalente, l’Europa centro del mondo democratico è in ritardo nel farsi punto di forza di una nuova interpretazione del mondo e una nuova qualità di pensiero del mondo politico, più che intellettuale. Le forze politiche sono legate a vecchi schemi del mondo e sono deturpate da visioni dell’uomo contemporaneo molto limitate. Questo è il nostro male.

Vanni Savazzi weblog