Abbiamo letto sui giornali che il Ministro “Istruzione e Merito” in una intervista ha dichiarato in tema di bullismo e violenza dei giovani nelle scuole : “Facciano lavori socialmente utili, l’umiliazione fattore fondamentale nella crescita”. L’intervista è pubblicata in video sul giornale e facilmente reperibili. Le criticità della argomentazione del Ministro a sostegno di provvedimenti, che saranno presi a breve, sono diverse. Prima di tutto, non mi pare che l'”umiliazione” dello studente sia indicato come fattore educativo fondamentale e imprescindibile in alcuna scuola di pedagogia e didattica. In secondo luogo, non risulta dalle esperienze già fatte in tante realtà (dunque non sono una novità!) di attività di recupero/inclusione “scuola-lavoro sociale/artigianale/verde bio”, con la collaborazione di scuole, enti locali, servizi sociali, soggetti privati, che il recupero etico e comportamentale di questi ragazzi sia stato completo o parziale e definitivo. In alcuni casi non si è ottenuto per niente. In secondo luogo, puntare al recupero etico di ragazzi con comportamenti violenti è certamente buona cosa, ma un cambiamento consapevole così profondo di ragazzi con storie di vita e familiari molto diverse e complesse non può avvenire con tempistiche da “stage”. In terzo luogo, la criticità più sgradevole nella argomentazione del Ministro, certamente non voluta, ma di fatto espressa, riguarda il fatto che i lavori socialmente utili debbano far scattare in chi li svolge una reazione di umiliazione, anziché una reazione positiva di partecipazione, collaborazione. In questo modo, potrebbero verificarsi reazioni negative anche nel pubblico generico e nei genitori, oltreché negli studenti. Di fronte a questi atteggiamenti ritenuti “umilianti” da parte di tutti (scuola, compagni, amici), i ragazzi già abituati alla violenza potrebbero peggiorare la propria visione ostile alle regole sociali, oppure potrebbero farsi persino vanto delle umiliazioni ricevute, mostrando grande forza di carattere per candidarsi come leader di banda. Per finire, si dovrebbe partire da una analisi seria del problema, si dovrebbero studiare a fondo i dati e le forme di bullismo: le cause di atteggiamenti violenti sono diverse, complesse e difficili da decifrare, soprattutto se basati con pre-giudizi affrettati e schematici. Sarebbe opportuno ragionare e studiare programmi mirati di recupero personalizzato, modulare e flessibile. Questi programmi dovrebbero essere predisposti da scuola, società e mondo del lavoro e dovrebbero svolgersi in ambienti formativi impostati in forme e strutture diverse e mobili, con tempistiche e logistiche diversificate e continuamente accompagnate da personale docente, da psicologi o da altre figure specializzate in materia con interventi in loco e, soprattutto, continuamente monitorate.
(Robert Musil in “L’uomo senza qualità”: “Gli ideali hanno strane proprietà, fra le altre anche quella di trasformarsi nel loro contrario quando si vuol seguirli scrupolosamente.”)
(Baruch Spinoza: “Le azioni umane non vanno derise, compiante o detestate: vanno comprese”)