Strano, emblematico e inaccettabile l’approccio occidentale di qualsiasi posizione politica al problema delle migrazioni delle genti. Migrazioni che hanno sempre avuto ragioni di povertà incorporate nel sogno delle genti di migliorare la propria condizione fuggendo dalle oligarchie che detengono le leve dei comandi che portano le ricchezze e le proprietà del lavoro sempre all’unica foce. Gli approcci al problema da parte degli occidentali si fermano su un unico pensiero: dove si distribuiscono i disgraziati. Il pensiero della intelligenza occidentale sul tema delle migrazioni non sfiora nemmeno e tantomeno raggiunge il fuoco del problema, il fuoco innescato dagli scambi di migranti tra oligarchi e mercanti di merce umana, il problema di cancellare la mercanzia di persone e di portare democrazia, della migrazione delle condizioni che portano democrazia e abbattono le oligarchie. Il mercato di migranti ha la stessa tecnica degli scambi commerciali ma con la forte, profonda differenza che la merce è umana, stravolgendo il concetto e la virtù del commercio. Pertanto, in questo caso si produce l’arricchimento dei soggetti di questi diversi e ignobili scambi, in questo caso tra oligarchie, produttrici di povertà di molti per mantenere la ricchezza di pochi armati e mercanti senza scrupoli che possono mantenersi e arricchirsi sbarcando migranti dove capita sulla costa più vicina. Un commercio che il grande occidente e anche la grande sinistra nemmeno si sognano di affrontare e reprimere con concreti programmi e azioni e non con discorsi. No, il grande occidente (la “o” minuscola non è un caso) preferisce trascurare l’idea di reprimere i soggetti che detengono le leve commerciali dell’ignobile fenomeno per portare la questione sulle regole di sbarco dei selvaggi, litigandoci pure con calore pensando di valorizzare la comunità umana.
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