La paura del nome e l’ignoranza del reale

In queste ore si sollevano polveri di paure e di rumori confusi al cospetto di nomi di uffici amministrativi, prodotti dalla fantasia o dalla immaginazione di soggetti politici non ancora consapevoli e persuasi della propria pochezza. In questo modo si formalizzano lampi di nominalismo per prefigurare sconquassi di chissà quale natura attorno a nomi, a concetti, a tipi che non hanno alcun fondamento reale. Il nominalismo in bocca e nella penna di gruppi politici sta correndo in queste ore in torrenti di fumo per allontanare la discussione dal reale, dalla concretezza dei problemi. Ecco allora lo spavento attorno a semplici espressioni nominali, a semplici titoli quali “merito” oppure “sovranità alimentare”, pur di non dare peso ai dati del reale, pur di non approfondire la realtà dei fatti. Primariamente, la contestazione, lo spavento al cospetto del “merito” in una istituzione scolastica non fa che esprimere contrarietà verso lo sviluppo delle conoscenze, delle capacità di conoscere e di ricercare, verso la formazione della mente e delle intelligenze degli uomini. Secondariamente, il terrore e la negazione verso la responsabilità della autorità dello Stato per le garanzie alimentari, per la qualità del cibo fornito a tutti i cittadini dello Stato. Anziché spaventarsi al cospetto di nomi, occorrerebbe spostare l’attenzione verso la concretezza dei fatti, la concretezza delle procedure portate realmente a compimento per il miglioramento profondo dei saperi, delle conoscenze e della salute dei cittadini, miglioramenti realmente misurabili, visibili, dimostrabili. Fare tanto rumore sui nomi e fare silenzio sulle procedure per dimostrare concretamente le riforme reali, sui miglioramenti effettivamente realizzati spaventa molto di più.

Vanni Savazzi weblog