Dopo il risultato ampiamente previsto delle elezioni in Italia, si possono ipotizzare da subito diversi scenari e profili, diverse trame e diverse soluzioni per l’Europa e le relazioni internazionali sotto tutti gli ambiti politici: relazioni, società reali, economia, diritti e ideali. I punti fermi dei programmi della coalizione di centrodestra sono centrati su alcuni punti-cardine: difesa e sviluppo di nazionalismo istituzionale ed economico, rilevanza dei valori storico-etico-culturali della società, rapporti internazionali coerenti con gli obiettivi di sviluppo delle politiche e degli interessi interni. In un quadro internazionale globale che appare imprescindibile e inarrestabile, la rilevanza della idea di “protezione” di valori e obiettivi locali, nazionali sembra presupporre un arresto, una limitazione o una barriera all’attuale assetto internazionale europeo e mondiale in cui è collocato il nostro Paese. Queste conseguenze ancora incerte da prevedere, in quanto nessuna scelta è stata ancora decisa, tuttavia, potrebbero portare non soltanto conseguenze negative, bensì anche uno sconvolgimento e una ricostruzione positivi del paradigma di sistema, in cui si è venuto costruendo e intrecciando in questi decenni in Europa e nel mondo. Il paradigma di sistemi polito-economici di questi anni non è stato costruito con un piano ben preciso e a seguito di accordi internazionali, ma è è venuto configurandosi coerentemente in parte con le alleanze determinate al termine della seconda guerra mondiale. Una nuova architettura di sistema potrebbe essere condivisa e raccordata mettendo in relazione gli interessi di tutti e gli obiettivi di crescita sostenibile globale a vantaggio di tutti. Per questo obiettivo, tuttavia, dovranno essere abbandonati gli interessi particolari e le ideologie politico-religiose-culturali dovranno essere accolti e dovranno tendere alla comprensione senza conflitti.
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