Forse era già chiaro, certamente è già stato detto che il decesso della Regina Elisabetta II ha anche un significato più profondo e ampio: segna la fine di un’epoca, la fine di un secolo lungo, del secolo XX. E’ certamente condivisibile questa interpretazione. La fine intesa non tanto in senso strettamente cronologico bensì per i rapidi cambiamenti dell’ultimo ventennio almeno. Ora è certamente cambiato il mondo nelle relazioni economiche, sociali, politiche, sono profondamente diversi tempi e modi di interscambio sociale, di produzione di beni, di materiali e di nuovi sistemi organizzativi. Tutto questo è avvenuto in questi ultimi decenni e, per far fronte a questi rapidi cambiamenti, i leader politici europei e del mondo occidentale prima di tutto di questi tempi nuovi appaiono chiaramente impreparati in tutti i sensi, dal punto di vista di cultura generale innanzitutto, ma soprattutto di capacità comunicative e di competenze globali per comprendere i problemi per poi prendere decisioni risolutive in tempi adeguati e che guardino lontano. I leader politici europei e dell’Occidente sono chiaramente in difficoltà oggettiva per un impegno che si restringe a mirare le proprie azioni su piccoli spazi e per tempi brevi. E’ poco rilevante, direi deludente ascoltare dichiarazioni di impegno alla continuità semplicemente perchè non si è all’altezza e soprattutto perchè è necessario uno stile leadership diverso, di una visione che intende capire un mondo profondamente in cambiamento.
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