Eccoci tristemente ad assistere al già detto. Come era ampiamente previsto, ciò che dovrebbe essere un serio dibattito elettorale si è incanalato ben presto nel parolaio di arruffoni che guardano ai poteri personali nel tempo breve e non si degnano di risolvere i problemi per il futuro del Paese, il tutto a danno di una piccola minoranza di politici seri e competenti e tutto a danno della popolazione. Questo evidente stato di cose è determinato in egual misura da tre fattori: 1) la bassezza dei valori etici che tale maggioranza di piccoli politici ha in sé già di natura e lo scarso valore che tale classe politica riesce ad assegnare consapevolmente all’impegno di amministrare uno Stato, di guidare una nazione nel contesto mondiale; 2)sulla incompetenza culturale, sulla miseria di saperi (storia, filosofia politica, scienza, letteratura, economia..) che tali figure di politici detengono in quanto professionisti della politica; 3) lo scorrimento di finanziamenti occulti verso forze politiche di così basso valore per il raggiungimento dei loro scopi. In questo modo, il dibattito politico pre-elettorale è guidato, gridato verso argomenti del tutto inutili, banali: la ricerca del leader più parolaio di tutti, con il tono di voce più alto, la ricerca di attraenti parole che portano per certo e rapidamente miracoli, ricchezze a tutti, taglio radicale all’obbligo di tasse, proprio ciò che il popolino basso, non riuscendo a comprendere, adora ascoltare per immergersi in sogni di gloria. Purtroppo, le parole gridate di grandi promesse di alcuni bassi politici nascondono la profondità dei temi che altri politici seri stanno cercando di portare nel dibattito. Il dibattito, già! Grande valore detiene questa parola. Il dibattito e la ricerca dibattuta alla soluzione dei problemi della amministrazione pubblica rappresentano i valori fondanti della democrazia, fin dalla antica Grecia. Il dibattito sui tempi più importanti della nostra epoca è assente in questa campagna elettorale, il dibattito sulla economia, sul lavoro, sulla istruzione e sulla cultura, sulla uguaglianza di accesso per tutti alle risorse e sulla eguaglianza di tutte le persone, sui rapporti internazionali, sulla gestione delle risorse naturali non ha alcuno spazio e alcun valore. Poveri noi! Dobbiamo rassegnarci a prendere in seria considerazione il grande pericolo che la nostra democrazia, che le democrazie nel mondo stanno correndo, assalite così nascostamente e ferocemente da oligarchi senza scrupoli. Oligarchi che stanno rallegrandosi per quel che accade all’Occidente, in cui la cultura e la scienza sono tenute molto lontano dai governi. Oligarchi che stanno gongolandosi nell’ascoltare le cialtronaggini dei nostri politici più aggressivi.
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