Dopo la breve interlocuzione per presentare il Piano Scuola 4.0 alla stampa e al pubblico, il Ministero ha precisato che saranno stanziati finanziamenti per la formazione dei docenti sul fondo dai assegnare agli Istituti scolastici probabilmente. E’ una precisazione che chiarisce, direi molto tempestivamente, che non sarà modificato nulla di nulla in senso strutturale riguardo a: 1) alla formazione continua del docente quale criterio per lo sviluppo della carriera; 2) la figura del docente rimane e rimarrà tale e quale quella attuale e non vi saranno nei tempi medio-lunghi di alcuni sviluppi di cambiamento profondo verso un disegno di professionalità docente, del tutto diverso rispetto dalla attuale posizione attuale di dipendente-impiegato di una Istituzione pubblica in base a un dettagliato contratto sindacale generale. La professionalità docente e l’aggiornamento continuo delle conoscenze e competenze professionali in base ai cambiamenti, allo sviluppo delle scienze della formazione per rispondere ai sempre nuovi bisogni e alle sempre più alte richieste dei giovani. Tale aggiornamento professionale, finalizzato a migliorare la formazione delle nuove generazioni, sarà di pertinenza al senso professionale del singolo docente e non avrà alcun aggancio alla sua progressione di carriera, che per il docente rimarrà un orizzonte del tutto invisibile e irraggiungibile, stretto nel giogo Ministero+Sindacati di categoria (già la parola “categoria” è un termine che spaventa per una professione che si dedica alla formazione del futuro delle persone). Gli incrementi stipendiali rimarranno legati all’invecchiamento del docente: lo stipendio aumenta se campi a lungo, in base allo stato di salute, non aumenta se le tue competenze si ampliano e si spendono in aula per gli studenti. Per i nostri tempi, per la qualità del futuro delle nuove generazioni questa architettura di sistema formativo è semplicemente una offesa alle nuove generazioni. Per fortuna, i docenti reali, i docenti/dirigenti che vivono, lavorano e continuano con dignità e professionalità nella propria opera formativa sempre aggiornata e accresciuta, a dispetto del contratto sindacale che li opprime. I docenti e i dirigenti (la maggioranza, meglio precisare..anche nella scuola ci sono figure di basso valore, come in tutti i settori) della scuola dimostrano alti valori etico-professionali nello svolgimento della propria professionalità per gli studenti e le nuove generazioni, a dispetto esplicito di chi li mantiene ancorati ai compitini di categoria. In proposito, consiglio la lettura di un importante articolo di Gian Antonio Stella “Scuola: gli insuperabili ostacoli per l’affermazione del merito” sul “Corriere della Sera” del 21/06/2022.