Anno scolastico buono?

Come sempre al primo giorno di scuola si leggono su tutti i media (giornali, social, TV, chat, etc.) nazionali e locali gli auguri di un buon anno scolastico. E’ una prassi ricorrente nei tempi moderni, una prassi che si apre e si chiude nello stesso giorno, il primo. Poi più nulla, soltanto problemi tanti e problemini pochi, che ricorrono, scorrono, si dimenticano fingendo, si sedimentano e si incrostano nel contesto sociale, economico e lavorativo del nostro Paese. Al primo giorno si lanciano gli auguri, nei restanti giorni da almeno mezzo secolo si mugugna al massimo o si resta in silenzio. La migliore attrice di questa pantomima è la classe politica del nostro Paese. Una classe politica che da mezzo secolo almeno non ha mai fatto né programmi di investimento, né progetti di innovazione per formare le nuove generazioni al futuro prossimo, per formare le nuove generazioni ai cambiamenti globali sempre più rapidi e profondi. L’Italia è il Paese che investe meno nella scuola di tutti i Paesi dell’occidente in quei settori che avrebbero fortemente bisogno di risorse per migliorare: strutture e infrastrutture, servizi e trasporti, formazione continua presso le Università e Centri di ricerca didattica del personale dirigente, docente e non-docente, azioni valutative dei risultati raggiunti dalle scelte e dalle attività degli organi collegiali, una struttura contrattuale impostata sulla meritocrazia, inclusione sociale di tutti i giovani per evitare disuguaglianze in ingresso e durante i cicli di studio e formazione, innovazione di ambienti didattici, servizi di orientamento, azioni formative e incentivi per ridurre il numero di giovani che non studiano e non lavorano, offerte formative post-diploma e post-laurea in sinergia con le imprese e il mondo del lavoro, formazione durante il lavoro. Questo per citare soltanto i settori essenziali del mondo scolastico e formativo. E così ogni anno ricorre l’uso degli auguri del singolo anno scolastico e si dimenticano le cose più importanti nel chiacchiericcio sui problemi del momento, più o meno gli stessi dell’anno precedente.

Vanni Savazzi weblog