Obblighi, diritti e salute pubblica

Si legge sul quotidiano ALTALEX: “Arriva con un tempismo straordinario la sentenza della Corte EDU (sentenza 116/2021 dell’8 aprile 2021) che riconosce come “necessaria in una società democratica” la vaccinazione obbligatoria. La pronuncia indica i criteri che la legislazione nazionale deve rispettare per essere conforme al principio di non ingerenza nella vita privata del singolo (art. 8 CEDU). In un momento storico nel quale sarà sempre più impellente la necessità di rendere obbligatori i vaccini contro il Covid, questa sentenza costituisce dunque per il legislatore una guida da seguire per una normativa che sappia salvaguardare l’equilibrio tra i diritti della sfera individuale e le necessità di tutela della salute pubblica. Nella motivazione, la Corte EDU esamina se e quando la vaccinazione obbligatoria sia conforme ai parametri previsti dal secondo paragrafo dell’art. 8 della Convenzione. La limitazione alla libertà di autodeterminazione e l’ingerenza nella vita privata del singolo causata da una norma che impone l’obbligo di vaccinazione è consentita quando esistano le seguenti condizioni: 1 )la previsione di legge; 2) gli obiettivi di protezione della salute e dei diritti e libertà altrui; 3) la necessità di tale opzione in una società democratica”. La sentenza della Corte EDU è stata emanata per respingere il ricorso presentato da una famiglia di Paese CE in merito alla decisione di una scuola di non accettare l’iscrizione del figlio non vaccinato. A questo punto non dovrebbero esserci più dubbi e tantomeno incertezze in merito al possibile provvedimento di obbligo vaccinale nel nostro Paese. Tuttavia, essendo gli interessi di potere della piccola classe politica italiana di fatto prevalenti sul diritto della popolazione alla salvaguardia della propria salute, è estremamente difficile che la norma sull’obbligo vaccinale possa essere discussa e tantomeno entrare in vigore.

Vanni Savazzi weblog