La lezione moderna dei classici

E’ sempre un grande piacere ascoltare una lezione di Ivano Dionigi. Questa sera in streaming su un social il nostro filosofo ha presentato il suo ultimo libro “Segui il tuo demone” in un incontro con Alessandro Laterza per la Fondazione Corriere. Il libro è una conversazione, per modo di dire, con il lettore per riflettere sui quattro precetti della cultura, della saggezza e della modernità dei classici: obbedire al tempo (parere tempori), seguire il demone (deum sequi), conoscere se stessi (se noscere), non eccedere in nulla (nihil nimis). Mi hanno particolarmente colpito queste parole di Dionigi: “La classicità è «la forza antagonista del presente» capace di appassionarci perché «diversa e lontana da noi» in grado di valere dunque «come resistenza culturale e antidoto etico per i nostri giorni»”. Che cosa può significare questo antagonismo dei classici verso il presente? Per i classici il bene comune era un dovere, un obbligo, era un valore assoluto per la guida del cives, del cittadino. Nel mondo classico il potente, chi aveva le ricchezze e il sapiente, colui che conosceva il proprio tempo, conosceva la scienza dovevano sentirsi obbligati a dedicarsi alla cura della città, al bene di tutti, alla politica, al bene della polis. Il potente non doveva essere pagato perchè era ricco, il sapiente doveva essere pagato perchè l’unica sua ricchezza era il sapere. Nella nostra modernità contemporanea, per fare politica uno vale uno, 1=1 e tutti devono essere pagati per stare nel Parlamento, il bene comune non è un valore è una opportunità del singolo. Ecco la lezione dei classici.

Vanni Savazzi weblog