La prima uscita del nuovo Ministro Istruzione Bianchi in condivisione con il Presidente del Consiglio ha subito dato una brusca scossa ai dormienti [vedi articolo dal sito de “Il Corriere della sera”..clicca qui]. Dormienti, chi? Semplice: le corporazioni sindacali! Il prolungamento delle lezioni per attività di recupero e approfondimento fino al 30 giugno e un anticipo di alcuni giorni ha fatto scattare l’allerta grave presso le sonnacchiose stanze dei sindacatini della scuola. I sindacati della scuola (ripeto: della scuola, non di altri settori nel modo più assoluto) nel loro ruolo perfetto di corporazioni a difesa del piccolo orticello di qualche benessere e nessun privilegio, ma sicuro e saldo al piccolo terreno (salvo catastrofi o reati) senza sorprese o malcelate novità, non deve giammai essere toccato. Questo è facilmente dimostrato dal fatto che è stata sufficiente una prima uscita, per la verità molto ingenua e pure sprovveduta, del nuovo Ministro per chiudere subito i portoni del castello e mettere tutte le guardie in allerta. I docenti della scuola, la stragrande maggioranza dei quali vive la scuola con professionalità, principi etici di alto valore e con vicinanza ai problemi degli studenti, avrebbero reagito in ben altro modo professionale per discutere per bene con intenzione di arrivare ad un accordo legittimo di integrazione al contratto in via eccezionale e valido per il corrente anno scolastico, per motivi legati alla gravità del momento e alla dovuta interruzione della frequenza fisica delle aule. Certamente, il Ministro Istruzione ha fatto una uscita un po’ sparagnina e molto ingenua, in quanto avrebbe dovuto prima pensare agli obblighi contrattuali vigenti (belli o brutti sono questi e fino a nuova scadenza è inutile pensare di meglio), convocando i sindacati e proponendo un accordo, poi pensare a buttarsi nelle mani dei media. Non è più accettabile che i Ministri prima parlino con stampa prima e successivamente parlino con gli interessati per avviare concretamente la procedura. Inoltre, l’uscita del Ministro è oltremodo scorretta perchè vige un Contratto di lavoro regolare. Infatti, per entrare nel concreto, i docenti hanno svolto regolarmente in base alle disposizioni ricevute le ore di lezione dovute in ambienti digitali (anche se è sperabile che lezioni siano state fatte in modalità sincrona, perchè in altra modalità le cose cambiano) e di preparazione delle lezioni e tutto il resto di competenza. Pertanto, i docenti, nel caso ci si dovesse accordare tra le parti, devono essere pagati per l’incremento di altre ore di lezione (n.b. incremento normato e contrattato di orario di lezione) e preparazione lezioni in costi di ora di lezione effettiva e non ore di sostituzione o eccedente, considerate le arcinote circostanze esterne eccezionali, dato che le ore in e-learning non hanno la stessa valenza e rilevanza di quelle in classe, in quanto manca la interlocuzione e relazione sociale diretta docente-studente, studente-classe. Tuttavia, tornando alla incauta performance del Ministro, questi sono i tempi: prima e abbondantemente si parla/scrive su giornali e social e scarsamente sul serio in modo concreto e attivo, poi si torna su quanto dichiarato oralmente, ci si mette in riga, si ritorna sui propri passi per correggere la direzione, perdendo ancora tempo. Ma questi sono i tempi, i Ministri dovrebbero saperlo, eppure no..la notorietà immediata è sempre di effetto, più che comodo. Tuttavia, i sindacati fanno anche proprio pena con questa reazione istintiva di gran lunga peggiore di quella del Ministro, che almeno mostra sensibilità verso il benessere degli studenti e la loro preparazione dopo due anni scolastici consecutivi molto travagliati e difficili. Per i sindacati-scuola i problemi di economia e del Paese, dei giovani, le aspettative di famiglie e tutta la società non valgono nulla di nulla, conta soltanto il loro mediocre contrattino con cui credono di soddisfare il personale della scuola con poche decine di euro in aumento ad ogni rinnovo e finita lì: oltre c’è il muro, al cui confronto la muraglia cinese e il muro di Berlino sono stati foglietti di carta velina al vento siberiano. Dicendo “oltre il muro” del misero Contratto della scuola intendo, per esempio, nuove prospettive di percorsi e sviluppi di carriera di insegnamento: tutto questo è muro medievale invalicabile; il rinnovo del contratto della scuola è un rito pagano vero e proprio, non un è un confronto fra le parti, è un rito per confermare la solidale intenzione di lasciare tutto fermo nelle professioni della scuola. Tornando al presente, sarebbe bastato o basterebbe dire soltanto una semplice cosa: “Ministro, parliamone…anche a noi sta a cuore il benessere di lavoratori, studenti e famiglie, della società..quando vuole ci convochi, grazie!”. Caso mai fosse già successo, mi scuso; caso mai succederà, scriverò un altro blog per rivedere la situazione. In ogni caso, il mio giudizio pessimo in termini di “corporazione” resta saldo e convinto, fino a quando vedrò totalmente ristrutturato e rimodellato il vigente Contratto in una nuova forma di un serio Contratto Scuola, che valorizzi e porti vantaggi forti ai pur bravi e seri lavoratori della scuola, cacciando (per modo di dire…, ovvio, dicendo meglio “dando strumenti validi ai dirigenti scolastici” di valutare) la piccola minoranza di incompetenti e fannulloni, minoranza come si trova ovunque. E’ vero che i risultati degli studenti nelle prove di valutazione internazionali non sono proprio esaltanti, è vero che i limiti ci sono, è vero purtuttavia che le buone performances e le eccellenze sono molte e sono disperse a ‘macchie’ sul territorio italiano, è vero che in Italia il merito è più una disgrazia che una opportunità, in ogni caso certamente i grandi valori di mediocrità stanno altrove. Parafrasando Nanni Moretti, direi: “Con questi dirigenti (leggi: ministri e sindacalisti) non vinceremo mai!”.