Draghi nel proprio discorso al Parlamento ha fatto cenno alle sue linee di intervento che intende perseguire in questo ultimo scorcio di legislatura. Nonostante il clamore che ha preceduto la nomina e la presentazione al Parlamento e sta accompagnando la prima fase operativa, il Governo Draghi non potrà dedicarsi alle profonde riforme di cui il Paese ha bisogno per ovvi motivi di tempo e spazio di manovra. Nel proprio discorso Draghi ha dedicato attenzione non ampia, bensì significativa sulle linee di cambiamento che intende perseguire per la scuola. La crisi pandemica ha inciso molto sul percorso scolastico dei ragazzi e, pertanto, è bene e giusto che si dedichi attenzione per una importante azione di recupero e di ripresa, ma non è tutto. Infatti, Draghi ha parlato della intenzione di dedicare risorse per l’ampliamento della offerta degli Istituti Tecnici Superiori (ITS, da non confondere con gli ITIS, gli Istituti Tecnici Industriali) per corsi post-diploma, che dovranno offrire formazione e competenze coerenti con le esigenze di sviluppo e innovazione globale del mondo del lavoro. Questa offerta è stata molto trascurata anche per le difficoltà di trovare risorse finanziare, ma soprattutto per formare una struttura organizzativa e gestionale per il rapporto con le aziende. E’ certamente una ottima notizia, ma purtroppo Draghi non può permettersi di sognare oltre e di avventurarsi in una “mission impossible” di ristrutturazione del nostro sistema formativo, in termini di qualità di revisione di programmi e di configurazione e in termini soprattutto di ridisegnare il contratto di lavoro. Il successo degli Istituti Tecnici Superiori ha buona ragione d’essere in relazione a un profondo cambiamento in grado di valorizzare le risorse umane delle scuole, già abbastanza alto, ma non sorretto dal mondo politico, che già di per sé è di pessima qualità formativo-culturale ed è augurabile che non si cimenti realmente nell’affrontare la riforma dell’istruzione. Forse, la classe politica dei nostri tempi non conosce nemmeno l’esistenza dell’istruzione tecnica superiore. Anche il sistema ITS e IFTS richiede una revisione del cammino degli studenti nelle scuole che precedono. Purtroppo, per questo bisogno non è sufficiente un Presidente del Consiglio molto competente, preparato, di alti valori e di grande levatura internazionale e un bravissimo Ministro Istruzione in due anni di tempo.
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