Il Ministro all’Istruzione Bianchi ha già esposto alcune idee-cardine del suo programma di riforma della scuola, idee non nuove in quanto vengono da lontano nel tempo, ma certamente validissime e importanti, perchè in tutto questo tempo i Governi che si sono alternati hanno perso tutto il tempo a non fare nulla o, peggio, a fare qualcosa di inutile solo per fare rumore e fare ridere (vedi la “Buona Scuola”). Le idee cardine del pensiero di Bianchi sono tutte esposte e ben argomentate nel suo ultimo libro “Nello specchio della scuola” pubblicato per i tipi de “il Mulino” a fine ottobre 2020. Le idee esposte e pubblicate sulla stampa in questi giorni mi sembrano non soltanto importanti, ma anche urgenti. Vediamole. 1) Il prolungamento dell’obbligo a 17 anni è una necessità assoluta, in quanto il vigente obbligo fino a 16 anni senza alcun titolo di studio è una ignobile stupidaggine, che di fatto alimenta o perlomeno favorisce l’incremento annuale del numero dei ragazzi che non studiano e non lavorano; 2) la riqualificazione degli Istituti professionali è un altro aspetto critico del nostro sistema scolastico e andrebbe rivisto in un sistema aperto alla innovazione tecnologica, aperto al mondo produttivo e ai distretti economico-culturali-produttivi territoriali e, soprattutto, alla formazione continua e ricorrente verso i percorsi di Istruzione superiore e verso la formazione di nuove competenze per lo sviluppo e la crescita di una economia circolare; 3) la riduzione degli anni di liceo e delle superiori a 4 anni è importante per allinearci al sistema universitario europeo. Questo è un ottimo inizio di percorso per rivedere nel profondo il percorso scolastico del nostro Paese, tuttavia resta necessario e urgente intervenire su un altro aspetto del sistema scuola, che rappresenta una macigno pesantissimo che abbassa il valore enorme del capitale umano della scuola: la totale e profonda ristrutturazione del contratto di lavoro del personale scolastico, di un contratto che da solo rappresenta una visione di cultura professionale e di valorizzazione del personale di bassissima levatura, di natura primitiva, perlomeno arcaica, arretratissima. Una visione che permane nei “cervelli sindacali” e che la stragrande maggioranza del personale scolastico ha già sopportato per troppo tempo, una visione sindacale che punta soltanto a soddisfare il minimo indispensabile per i più sfaticati e i più impreparati di docenti e amministrativi in cambio di un aumento mensile di 100 euro o poco più. Di questo si dovrà giustamente parlare al più presto con i Sindacati della Scuola, perchè scalfire anche di poco il loro arretrato macigno mentale non sarà facile!
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