Dopo il recente voto di fiducia del Parlamento al Governo dopo la defezione irresponsabile di una piccola forza politica, già facente parte delle forze governative, si sono registrate ovviamente due reazioni contrastanti e molto semplici da descrivere: la prima reazione è stata di soddisfazione espressa dalle forze di Governo per il superato rischio di cadere in minoranza e dover rinunciare in tempi brevi a continuare le azioni intraprese in un momento particolarmente difficile per il Paese; la seconda di superficiale distacco verso una fiducia troppo debole per garantire tranquillità di marcia da parte del Governo. E’ facile e ovvio, altresì fondato e certo, interpretare queste reazioni in modo oppositivo, tra ragione e torto, ma non è una lettura analitica, a mio avviso, è una lettura di comodo. Si potrebbe dire, invece, che queste ovvie ragioni sono opposte sì, ma soltanto in base al dato superficiale del numero di voti e non per gli sviluppi che il voto di fiducia potrebbe avviare. Vediamo di argomentare questa supposizione, descrivendo i possibili passaggi successivi. Dopo gli incontri delle forze politiche di Governo e delle forze politiche di opposizione al Quirinale, spetterà al Capo dello Stato valutare la situazione e confermare o meno la fiducia oppure scegliere altre strade. Primo caso. Le forze di Governo si presentano alle grandi sfide che la pandemia sta ponendo a tutto il mondo con sensibili divergenze in quasi tutti gli ambiti con una maggioranza non tanto, non semplicemente molto ristretta, ma soprattutto variabile e disomogenea, molto fragile e scomposta. Si presenta in sintesi in un rapporto inversamente proporzionale tra risoluzione e problema, ossia di debolezza di risposte a temi, situazioni e dinamiche molto forti e complessi, connessi, ramificati e intricati. Il Governo potrebbe cercare nuove forze idealmente, ma praticamente si tratterebbe di vecchie figure parlamentari con risorse limitate, con le stesse note risorse, di nuovo e di novità non possono nascere dal miracolo. Il Governo, così, si presenta alle grandi sfide dei mondi (pandemia, economia, forze sociali) a frange improvvisate, impreparate con idee e scopi imprevedibili e instabili: in questo modo il cammino non potrà che essere pieno di tormenti e di insidie, pieno di agguati e dispetti ad ogni costo e da ogni lato. Questa situazione non potrà che portare presto o tardi ad un cedimento totale, non potrà che portare a una chiamata anticipata alle urne in momenti ancora più gravi del presente, anche se il presente è tutt’altro che facile. Le forze di opposizione non trarrebbero tanti vantaggi da questa situazione, in quanto risorse intellettuali, risorse e idee per affrontare degnamente le stesse grandi sfide non ne hanno la benché minima traccia; in questo modo ai partiti di opposizione non avendo e non sapendo alto che fare, si lascerebbero andare alle solite stantie urlate del nulla, alle solite leggerezze del non far niente per prepararsi al futuro possibile di Governo. Secondo caso. Il Presidente della Repubblica, ritenendo impossibile governare con poche certezze e deboli idee e competenze in uno stato di cose particolarmente complesso, difficile e grave, ritiene di sciogliere le Camere e chiamare alle urne gli italiani. Questa soluzione decisa e immediata, vista la indegna conclusione della legislatura precedente, potrebbe far nascere nuovi stimoli per rimescolare alcune forze politiche e trovare nuovi schieramenti con nuovi programmi di lavoro in coalizioni rafforzate, coese con le idee chiare soprattutto. In ogni caso, le ipotesi degli accadimenti prima di arrivare alle urne hanno sicuramente spazi più ampi per migliorare le cose. Anche perchè peggiorare lo stato di incompetenza e serietà delle forze politiche attuali è praticamente impossibile e la chiamata alle urne potrebbe spingere le forze politiche più serie a presentarsi con personalità politiche più adeguate alla bisogna. Vivere di tormenti, come nel primo caso, non fa che peggiorare una situazione di per sé gravissima.
INFORMAZIONE E CULTURA
NOSTRI SERVIZI E-LEARNING
SAGGI BREVI
RAPPORTI/RICERCHE
AUTONOMIA DIFFERENZIATA di D.Giacalone “FONDAZIONE EINAUDI”
OCCIDENTE E CIVILTA’
DEMOCRAZIA DIGITALE
IL VALORE DELLA DEMOCRAZIA
LE SFIDE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE