I proprietari di social e altre piattaforme note del web sono giganti finanziari, ma non soltanto: sono grandi raschiatoi di dati privati, dei dati dei clienti, degli iscritti e visitatori. Questo è risaputo. Gli scopi commerciali di queste raccolte possono essere ipotizzabili facilmente, ma non sono accertabili altri scopi e altri usi. Purtroppo, tutti i Paesi occidentali hanno finora trascurato o sottovalutato questo problema. E’ dovere dei Governi mettere nero su bianco in atti di legge la salvaguardia e la protezione delle istituzioni e dei cittadini, delle regole, delle norme e delle basi della democrazia. Sarebbe opportuno che anche la stampa denunciasse in modo più deciso questa grave trascuratezza e soprattutto il ritardo dei governi democratici nella presa di coscienza e conoscenza del problema. Nella società digitalizzata e nel mondo delle informazioni digitali i cambiamenti e i dati viaggiano molto più rapidamente degli atti amministrativi. I Governi democratici e liberali stanno rischiando grosso se non sentono tale dovere, rischiano di demandare la giustizia e la amministrazione dello Stato ai social.
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