La Ministra dell’Istruzione dichiara in una intervista che le Regioni lasciano aperti parzialmente i bar e chiuse totalmente le scuole superiori. La affermazione è fondata certamente, in quanto le scuole superiori non riprendono le lezioni. E’ comprensibile anche la preoccupazione della stessa Ministra in merito alla grave situazione della scuola in generale e, principalmente, per gli studenti delle scuole superiori, che già iniziano a manifestare pubblicamente il proprio dissenso con correttezza e decisione. Trovo, tuttavia, debole e anche sorprendente che la Ministra si limiti a lasciare interviste (pratica ormai principale dei politici, quella di parlare tanto e fare molto meno) e a trascurare del tutto il fattibile e, principalmente, il produrre atti concreti per modificare le cose. Nel riprendere alcuni contenuti già scritti, la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 ha certamente dei punti deboli (lo si è affermato in più sedi in modo inequivocabile anche all’epoca), tuttavia è altrettanto vero che vi sono articoli cardine della Costituzione (mi pare artt. 3, 34 e 120), che permettono di evitare contraddizioni e azioni contrastanti ai principi di libertà e uguaglianza delle condizioni di accesso-a e fruizione-di servizi fondamentali, che promuovono la persona umana riguardo a salute e formazione. La riforma del Titolo V della Costituzione, inoltre, non ha modificato la struttura amministrativa dello Stato, noi non siamo una Repubblica federale: i presidenti delle Regioni si fanno chiamare governatori per mettersi il cosmetico sulle guance e sorridere a 48 denti, ma non lo sono (tra l’altro in Germania i Governatori e il Governo non hanno tutti questi problemi che la nostra politica si inventa). Ragione per cui, la Ministra farebbe bene, anziché parlare al telefono o al microfono di un giornale, a prendere in mano la situazione e produrre e presentare una contestazione per violazione della Costituzione in merito alla decisioni personali dei presidenti regionali sulla chiusura delle scuole superiori. Anche i Genitori possono prendere l’iniziativa in questa direzione, ma si sa bene anche quanto sia complicato e dispendioso questo tragitto. Direi, anzi, che il Governo stesso senza produrre contestazioni successive, avrebbe dovuto far approvare un atto normativo preciso in merito. Non solo, il Governo avrebbe potuto in un mese, tra i tanti già passati, studiare la situazione possibile del caso con anticipo, largo anticipo e trovare tutte le soluzioni e le misure per evitare il sorgere del problema grande con tempi strettissimi.
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