Superata da poco la fase critica in alcune parti del Paese, dopo i primi approcci alla fase 2 o fase x, visto che non si sa bene per chi e dove si possa parlare di fase “n”, ecco aprirsi uno scenario indegno fatto di decisioni non sempre del tutto comprensibili del Governo e poi applicate nei modi più disparati a livello regionale. Siamo alla confusione totale del presente e già si parla come si andrà in spiaggia, non sappiamo se e dove riapriranno le scuole, ma i negozi di biancheria si apriranno da qualche parte. Abbiamo un numero di lettori a livello nazionale tra i più bassi del mondo e si aprono le librerie prima di tanti altri esercizi. Abbiamo due regioni che hanno malgovernato la sanità, sprecando soldi a volontà prima e soprattutto durante questa grave crisi con decisioni sbagliatissime e provvedimenti degni del basso medioevo, abbiamo residenze per anziani trasformate in depositi di virus, abbiamo rappresentanti politici che parlano apertamente di botte ai nemici e pure non c’è un programma nazionale per la ripresa in sicurezza di filiere produttive, ma solo cenni di aperture di fabbriche un po’ di qua e un po’ di là. Nella confusione si nomina un ennesima commissione tecnica di sapienti, che dovranno proporre al Governo, che poi farà le decisioni: chi risponderà in caso di errori? I tecnici? Il Governo? Non abbiamo ancora definito in sede europea come e cosa fare ed è ancora tutto in ballo eppure ci si lascia andare a fiammate di ottimismo e di grandi spese, con la capitale economica ancora in situazione di grave crisi. Un bailamme di paese, in cui soltanto un virus sembra sapere dove andare.
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