Incrinatura pasquale

La conferenza stampa di ieri sera del Presidente del Consiglio ha scosso le forze politiche. Il motivo di questo scossone è una dichiarazione fatta durante la Conferenza dal Presidente stesso, in cui ha parlato di falsità di notizie riguardante lo stato degli accordi in sede UE e diffuse da capi politici di opposizione, citati per nome e cognome. A seguire nella giornata odierna un grande giornalista e direttore di una importante testata ha dichiarato che, se avesse saputo della dichiarazione del Presidente del Consiglio, non avrebbe mandato in onda la diretta. E’ indiscutibile che l’errore, seppur giustificabile da eccessiva emotività e, forse, da forte stanchezza, da parte del Presidente del Consiglio c’è stato: in qualità di figura responsabile del Governo del Paese avrebbe dovuto parlare della verità su quanto discusso e concordato o meno e sullo stato delle trattative tra i rappresentanti dei Paesi UE nel corso della giornata e, magari, dichiarare che informazioni contrastanti sarebbero state da ritenersi infondate. Informare il pubblico su su autori o divulgatori di tali dichiarazioni infondate non è compito del Presidente del Consiglio. Essendo nota la correttezza fin qui dimostrata dal Presidente del Consiglio, ritengo si sia trattato di crisi emotiva come ho detto sopra, ma non credo si tratti di crisi generica, bensì di crisi che deriva dallo scarso sostegno e dalla insufficiente collaborazione comunicativa dei responsabili delle forze politiche che sostengono il Governo. Qualcosa non torna. Ad esempio, per quale ragione le comunicazioni di contrasto diretto con tutta la durezza, ma sempre nei limiti, necessaria verso le forze di opposizione non sono fatte esplicitamente e tempestivamente in modo unitario da politici della maggioranza? Non mi pare tra l’altro che nemmeno successivamente questo piccolo incidente ci siano state reazioni di politici di maggioranza. Allora, significa che c’è qualcosa d’altro, forse in merito alla stessa linea da tenere in sede europea nelle trattative in sede europea. Una piccola incrinatura tra le forze di maggioranza potrebbe essere la spiegazione di un crisi nervosa caratterizzata da emotività e anche da incertezza di tenuta delle forze politiche. Una dichiarazione, a mio avviso, ben più grave è stata quella di cui abbiamo scritto sopra. Un giornalista non può affermare responsabilmente nei confronti del pubblico tutto, non soltanto dei propri lettori, la propria autorità di decisione a mandare in onda la Conferenza in base al proprio giudizio di errore commesso dall’autore della Conferenza. Questa è una dichiarazione fatta con piena consapevolezza che contrasta con i principi del dovere di informazione da parte della stampa. Il giornalista è un informatore e non un giudice che seleziona i dati da trasmettere al pubblico. Il pubblico ha il diritto di essere informato e di interpretare i dati informativi come ritiene opportuno. Questo in un Paese civile e democratico. Il giornalista farebbe bene a ripassare tali princìpi, anche se li conosce benissimo essendo un grande professionista.

Vanni Savazzi weblog