L’opportunità di ridisegnare il ritorno a scuola deve essere raccolta

Sembra ormai chiaro che è molto difficile, se non impossibile, pensare ad un ritorno in classe entro giugno e sembra altresì molto improbabile anche il rientro a settembre. A questo punto, un Ministro di grande personalità e di alta competenza dovrebbe riprogettare il tutto con grande slancio e determinazione per sanare le incertezze fin qui portate avanti a piccoli passi. Prioritariamente la chiusura dell’anno scolastico e lo svolgimento degli esami dovrebbero essere stabiliti con realismo raziocinante, lasciando perdere certe vedute traballanti e irrealistiche. E’ inutile, se non dannoso, rabberciare tentativi di fermezza per la valutazione finale e per lo svolgimento degli esami: è impossibile e illegittimo pensare di bocciare studenti che sono andati a scuola per metà anno ed è impensabile di mettere in atto una struttura di esami on line insostenibile, non fattibile e non credibile soltanto per volerne dimostrare equivalente valenza e peso rispetto agli altri. Occorre sincerità e condivisione: i debiti sono dovuti al dato di fatto, di cui il personale scolastico e gli studenti non hanno alcuna responsabilità, sono coerenti con il dato di realtà che nessuno può nascondere o sanare in poco tempo. La parte di programma non svolta potrà e dovrà essere sanata nel corso del prossimo anno, magari con qualche settimana in più o forse nei prossimi due anni; gli esami si svolgono on line condividendo con gli studenti la necessità di impegnarsi al massimo e di svolgere il colloquio sul web non con l’intento e tantomeno la pretesa di mostrare la preparazione che non può esserci. Può essere, al contrario, se pensato e svolto con intelligenza un importante momento educativo e culturale. Le parti di programma non svolti potranno essere affrontati in accordo con le Università e per la preparazione per gli esami professionali il Ministero potrà promuovere corsi specifici per gli studenti. Infine, il Ministro dovrà concordare con i sindacati, che dimostrano le solite basse vedute e retorica di parte, la ridefinizione di un contratto specifico biennale per migliorare la progettazione formativa di didattica on line e per sanare l’obbligo di formazione per le competenze digitali dei docenti. Considerazione tutta mia, visto il mio dispregio insanabile per la visione sindacale nella scuola, che considera lo studente alla pari qualsiasi manufatto industriale, auspico la rinascita di un movimento studentesco con relativa rappresentanza che possa avere la dignità di esprimere il proprio punto di vista in sede contrattuale com controparte sia di datore di lavoro, sia di sindacati del personale. Sono convinto che la rappresentanza studentesca si troverà più volte al fianco del datore di lavoro della scuola (il dirigente scolastico), di quanto potrà trovarsi nei confronti dei sindacati del personale (anche qui la maggioranza delle persone della scuola, docenti e ATA si troveranno più d’accordo con gli studenti).

Vanni Savazzi weblog