Ho seguito per motivi di interesse personale e di aggiornamento professionale diversi corsi on line nelle più diverse forme (webinar, MOOC, etc.) destinati principalmente ai docenti delle scuole sul tema della didattica a distanza, così tanto di moda di questi tempi per ragioni purtroppo molto gravi. Proprio il momento attuale avrebbe dovuto essere occasione di una riflessione e di una intenzionalità innovativa e creativa nel promuovere occasioni intelligenti e convolgenti. Al contrario, nella maggior parte dei casi i percorsi formativi sono stati molto deludenti e in molti, troppi casi si sono ridotti a lezioni di merchandising delle applicazioni per dispositivi mobili e per computer, una specie di fiera dei prodotti più svariati senza il benché minimo pensiero riflessivo su valenze e opportunità di creare conoscenza, curiosità (salvo la povera e misera curiosità del vedere come funziona). Quelli che avrebbero dovuto essere formatori si sono rivelati istruttori di guida, agenti di “commercio” (pur non essendoci assolutamente alcuna attenzione o presunzione alla vendita, per carità, tuttavia lo stile linguistico-comunicativo era improntato su queste tracce) di applicazioni per qualsiasi genere e qualsiasi funzione nelle azioni didattiche (si badi bene, azioni non attività..): come fare per comunicare? ecco l’app bacheca virtuale per incollare post; come fare una lezione” ecco i canali video di tizio e caio; come fare per valutare? ecco l’app che fa quiz!! Insomma la miseria dell’illustratore di depliant. Viene da rimpiangere il Maestro Manzi e il suo ineguagliabile “Non è mai troppo tardi!”, un vero esempio di formatore a distanza.
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