“Nulla sarà più come prima” è una affermazione che ricorre trasversalmente in questo periodo in ogni settore, accademie, aziende, amministrazione. Leggendo i diversi contributi, mi pare che la scuola resti ai margini, per non dire sia esclusa dalle considerazioni in merito, escludendo alcuni interventi di Rettori universitari. Non è il caso ragionare sui motivi di questa esclusione, tuttavia è realistico pensare a una disattenzione generale in merito. Ritengo che sul funzionamento del sistema dell’istruzione e sulla efficacia offerta formativa delle amministrazioni scolastiche proprio in questa fase storica molto critica sia bene fare una riflessione approfondita in base ad accurate indagini dei dati che avremo a disposizione dopo il ritorno alla normalità. Alcuni segnali di criticità sono già evidenti. Il sistema della amministrazione scolastica, ad esempio, evidenzia già delle lacune nella modalità con cui sono state fondate. Le lacune non riguardano tanto le azioni dei singolo soggetti, quanto nel design funzionale con sui sono stati distribuiti funzioni, compiiti e obiettivi. La struttura generale suddivisa in amministrazioni territoriali e regionali e in singole istituzioni scolastiche autonome. Questo sistema avrebbe dovuto essere centrato su una interrelazione e correlazione tra ambiti di responsabilità: si registra al contrario un distacco netto tra amministrazione territoriale e amministrazione locale della offerta formativa diretta agli studenti. Proprio in questa fase gli organismi territoriali rappresentano soltanto organi burocratici utili, necessari ma non indispensabili in questa forma. L’altro aspetto critico riguarda le ambiguità emerse proprio in questi tempi, ma presenti e note già da tempo, in merito alla erogazione dell’offerta formativa uguale, omogenea nei punti cardine per tutti gli studenti. I punti critici riguardano i terreni di confine tra il contratto dei docenti e l’obbligatorietà dell’istruzione, tra libertà di insegnamento e decisioni fondamentali di stabilire i mezzi e gli strumenti per l’insegnamento obbligatorio, tra responsabilità del dirigente scolastico, organi collegiali e singolo docente. Sono evidenti e non pochi gli episodi emersi proprio in questi momenti critici: fatto salvo l’impegno generale encomiabile di tutto il personale delle scuole, molte difficoltà e molti problemi sono rimasti sulle spalle di singoli individui in separate sedi, sempre tralasciando la volontaria azione di supporto. Tuttavia, non può essere demandato al volontario apporto di ciascuno a far funzionare un sistema, occorrono norme e regole ben precise. Le lacune più evidenti sono emerse proprio in questo periodo, ma per il futuro anche per la scuola sarà bene ripensare il tutto per ricominciare da capo.