Ritengo che il popolo sardinista abbia caratteristiche socio-geno-tipiche dei movimenti popolari dall’Iran, Cile, Libano e Hong-Kong, dei popoli che si aggregano d’impeto, si organizzano meglio di eserciti, formano coesione spontanea senza addestramento o formazione. Il prototipo di questi movimenti è stato il movimento di Greta, persona che si è mossa autonomamente e ha svolto azioni singole. Il termine “popolo” è impreciso per questi fenomeni, sarebbe meglio definire “movimento” queste aggregazioni. Il termine “movimento” si può utilizzare per delineare una profonda diversità socio-genetica da quella delle folle destinatarie di azioni consapevoli e progettate di leader. I movimenti globali nascono attorno a un individuo non appartenente già alla leadership politica, a un leader che si può dichiarare tale dopo una scelta e una esposizione debole, si individua dopo i primi eventi, dopo che si è esposto individualmente (si veda Greta) o insieme a pochi altri nell’esprimere manifestando e non mostrandosi sui media. L’espressione del pensiero è centrato su poche idee chiare, precise, esplicite, formulabili con netto e distinto senso rispetto alla forma e ai modelli linguistici delle leadership politiche già formate. Il movimento si forma autonomamente sullo stile di forme linguistiche, idee e azioni molto semplici, a modelli e sistemi ideali tutti da costruire, non si assume forma passiva e non si allinea-a una forma politica già fondata. La nascita dei movimenti non è prevedibile (e di fatto nessuno studioso o serio giornalista aveva mai fatto cenno di una previsione in Italia). Molto diversamente è il popolo populista che si aggrega ai modelli ideali e linguistici di un leader che ha svolto un ruolo di convincimento attraverso i media molto accurato, insistente e ben deciso a semplificare la realtà attorno slogan molto semplici e falsificanti. Quest’ultimo modello è storicamente datato e rivolto a ripetere vecchi schemi politici, non proprio benauguranti. Cosa porterà in Italia il movimento sardinista? Difficile prevedere anche se sembra facile accostare il modello aggregante al tipo di persona idealmente e politicamente vicina alla sinistra, ma non può che essere una previsione e una intuizione del tutto superficiale, proprio per le caratteristiche molto “mobili” e distanti per molti versi all’immobilismo e decadentismo della sinistra, che emerge soltanto con le qualità individuali locali e decisamente non proprio con le decisioni , tantomeno le qualità di “partito” e relativa leadership, più disgregante che aggregante. Siamo in ben altra categoria e ben altro modello, ancora da decifrare fino in fondo e studiare poi.
INFORMAZIONE E CULTURA
NOSTRI SERVIZI E-LEARNING
SAGGI BREVI
RAPPORTI/RICERCHE
AUTONOMIA DIFFERENZIATA di D.Giacalone “FONDAZIONE EINAUDI”
OCCIDENTE E CIVILTA’
DEMOCRAZIA DIGITALE
IL VALORE DELLA DEMOCRAZIA
LE SFIDE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE