L’azione del “voto on line”, come impropriamente viene definito, ha messo in evidenza alcuni aspetti importanti: 1) la leadership dei Pentastellati ha espresso pubblicamente la propria incapacità di decisione e il proprio vuoto di idee e di valori nel momento di affrontare un problema importante ma molto semplice e facile da affrontare; 2) l’espressione del voto ha messo in evidenza anche il vuoto morale e la incapacità di mostrare la propria coerenza di idee dei votanti, in quanto gli stessi che hanno votato per la risoluzione di non procedere a giudizio avevano a gran voce espresso idee del tutto opposte soltanto alcuni mesi fa; 3) quanto detto al punto precedente rappresenta in modo evidente la fragile consistenza di valore della democrazia cosiddetta “diretta”, se questa si manifesta in modo incoerente e “ondeggiante” in ogni frangente, incapace di prendere decisioni coerenti e stabili; 4) la bassezza e la pericolosità di tale forza politica per affidare un voto dei propri iscritti alla gestione privata delle procedure di voto, senza alcuna trasparenza e garanzia di correttezza in una piattaforma che ha apertamente mostrato la pochezza dilettantesca con cui è strutturata. A tal proposito, è molto evidente la distanza in termini di trasparenza e di qualità morale tra la scelta dei leader pentastellati e le autorità dell’Impero romano, in primis Ponzio Pilato, il quale ha espresso apertamente la propria scelta in termini di chiara ed esplicita “rinuncia” a scegliere. Inoltre, il popolo romano si è espresso pubblicamente e in modo trasparente e certo con il dito alzato o abbassato, in modo del tutto opposto a quello del popolino pentastellato. Non è stata una giornata di gloria per nessuno, ma importante per mostrare esplicitamente la elevata incompetenza e la bassissima qualità dei leader politici e la inconsistenza tecnico-scientifica, nonché della pericolosità sociale, della “teoria” della democrazia diretta.
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